Nuove polemiche sull’acciaieria a San Giorgio di Nogaro.
Lo stop al progetto è stato annunciato ufficialmente, ma l’ipotesi acciaieria a San Giorgio di Nogaro non smette di far discutere: oggi, infatti, se n’è parlato nel corso di una seduta congiunta della seconda e quarta commissione regionale, dove con una serie di audizioni è stato affrontato il tema del futuro dell’Aussa Corno.
E le polemiche non sono mancate: a partire proprio dall’esclusione, tra le audizioni, dei comitati che hanno lottato contro il progetto, cosa che ha spinto la consigliera del M5Stelle, Maria Rosaria Capozzi, a lasciare l’aula (è stato comunque annunciato che i comitati saranno ascoltati in una prossima occasione), per continuare dalla mancata convocazione di alcune categorie, che hanno inviato una nota di “rammarico” per non essere state chiamate a partecipare.
Il mancato invito a Confcommercio e Confapi.
“Non pretendiamo di esserci, ma almeno di conoscere se c’è un metodo o una procedura per le convocazioni delle commissioni consiliari della Regione. O se, invece, tutto è lasciato al caso” – hanno dichiarato i presidenti di Confcommercio Fvg, Giovanni Da Pozzo, e di Confapi Fvg, Massimo Paniccia, preso atto del mancato invito.
“Si tratta di un tema delicato e impattante per il mondo economico e chiediamo dunque di conoscere i criteri in basi ai quali si decide quali associazioni di categoria chiamare al tavolo di confronto e quali invece trascurare – sottolineano Da Pozzo e Paniccia –. Il tema in oggetto, presenti pure gli assessori regionali alle Infrastrutture, Cristina Amirante, alle Attività produttive e Turismo, Sergio Bini, all’Ambiente, Fabio Scoccimarro, coinvolge in maniera evidente anche i comparti del turismo, del commercio e della piccola e media impresa manifatturiera“.
“Ci stupiamo dunque di una gestione dell’incontro che denota non solo scarsa sensibilità, ma anche una non conoscenza – hanno concluso i due presidenti- da parte di organi importanti del Consiglio regionale, della grammatica economica e istituzionale”.
Confcommercio Fvg e Confapi Fvg, a firma dei presidenti, hanno scritto alla Regione esprimendo “rammarico per il mancato rispetto verso le nostre storiche e rappresentative organizzazioni. L’inspiegabile non coinvolgimento delle due associazioni rende l’audizione priva della voce di una rilevante parte del sistema economico regionale”.
Le parole di Bini sull’acciaieria a San Giorgio di Nogaro.
Non è l’impatto ambientale (secondo i primi studi, non sarebbe preoccupante) ad aver spinto la Regione allo stop, quanto piuttosto i costi infrastrutturali (e i lunghi tempi di realizzazione) a carico del pubblico che il progetto richiederebbe.
“L’operato della Regione – ha detto infatti l’assessore Sergio Emidio Bini -, è stato “trasparente e coerente: dopo aver ricevuto la manifestazione d’interesse privata, sono stati coinvolti i territori le cui istanze sono state ascoltate. Inoltre sono stati predisposti degli studi di approfondimento – ha continuato Bini -, per valutare gli impatti. Anche se gli studi sono pervenuti alla Regione solo parzialmente, è già possibile comunicare alcuni esiti certi. In primis, sono emerse chiare rassicurazioni dal punto di vista dell’inquinamento ambientale, i cui valori rimarrebbero entro i limiti di legge”.
A pesare, sono stati soprattutto i costi stimati a carico del pubblico, per un totale di 250 milioni: 170 milioni di euro per dragaggi e consolidamento dei terreni, e altri 50 per l’eventuale potenziamento dello scalo ferroviario con la connessione alla stazione di Torviscosa.
Bini ha ricordato che per l’infrastrutturazione dell’area, la Regione ha già stanziato 20 milioni: “Si tratta di un investimento avviato a prescindere dalla manifestazione d’interesse ricevuta e necessario per il consolidamento e il rilancio dell’attrattività del tessuto produttivo locale. Per il futuro, dunque, si prevede di prediligere tipologie di insediamento leggere, orientate ad un alto valore tecnologico e ad un basso impatto ambientale. Ciò dovrà andare di pari passo con il potenziamento delle strutture e lo sviluppo delle marine in chiave turistica”.
Dal canto suo, l’assessore all’ambiente Fabio Scoccimarro, ha sottolineato che “nessun iter autorizzativo ambientale è iniziato” mentre la collega alle infrastrutture Cristina Amirante ha chiarito in merito al raccordo ferroviario che collega il binario principale linea Venezia-Trieste bassa con la zona produttiva dell’Aussa Corno che “è oggetto di una progettazione interamente finanziata dell’Unione europea e che dovrebbe vedere un primo step alla fine dell’anno (valore, 30 milioni di euro)”.
Il fronte del no.
A ribadire la loro contrarierà, sono stati i primi cittadini di Marano Lagunare, Lignano Sabbiadoro, San Giorgio di Nogaro, Grado, Latisana, Terzo di Aquileia e Aquileia, che nel progetto dell’acciaieria hanno visto il rischio per le attività turistiche e commerciali dell’area. Compatto, ovviamente, anche il no delle sigle ambientaliste, preoccupate dalle ricadute dell’impianto sull’ecosistema della Laguna.
Massimo Moretuzzo, capogruppo di Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, ha invece evidenziato che la giunta avrebbe dovuto dire no al progetto per motivi ambientali e non perché “troppo complesso o perché le infrastrutture necessarie sono troppo costose”.