Ruba gioielli e contanti a San Daniele, la padrona di casa lo riconosce: condannato

La sentenza del tribunale di Udine sulla rapina a San Daniele.

È di 7 anni e 6 mesi la condanna di reclusione nei confronti di R.H., 49 anni e residente a Tricesimo, per il furto in una casa in via Udine, a San Daniele, di contanti e gioielli per un valore di 1.500 euro. Questa la sentenza pronunciata dal giudice Paolo Milocco del tribunale di Udine, che in questo modo ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Marco Panzeri. La condanna è arrivata dopo che la vittima è riuscita a riconoscere il volto del ladro tra le foto presentatele dai carabinieri. R.H., infatti, dopo aver commesso il furto a volto scoperto, ha incrociato la vittima per le scale, l’ha spintonata e fatta cadere. In seguito alla caduta, la donna non aveva riportato alcuna lesione.

L’avvocato difensore Pieraurelio Cicuttini dell’imputato ha già fatto presente che impugnerà la sentenza. Secondo la difesa, infatti, la condanna non può essere basata solo sul riconoscimento di una fotografia. Per quanto riguarda, invece, alcune impronte e altri indizi biologici rilevati dai carabinieri, l’avvocato Cicuttini sostiene che non è stato chiaro a chi le prove debbano essere attribuite.

I fatti.

Era il 28 gennaio 2018 quando R.H. ha approfittato dell’assenza momentanea dei proprietari dalla loro abitazione all’ultimo piano di una palazzina di San Daniele. Una volta forzata la serratura della porta d’ingresso, si è introdotto all’interno della casa e ha rubato 50 euro in contanti e gioielli in oro e argento per un valore di 1.500 euro. Una volta svaligiata l’abitazione è uscito e ha pensato che ormai era il colpo era terminato. Poi, l’incontro con la vittima. Mentre stava scendendo le scale a volto scoperto, infatti, ha incrociato la proprietaria dell’appartamento. In quel momento la donna non sapeva ancora della rapina, ma il ladro l’ha spintonata e fatta cadere dalle scale. Immediato l’intervento dei carabinieri di San Daniele, giunti all’appartamento per il sopralluogo, dove hanno trovato una lattina con impronte digitali e altro materiale biologico.

Due giorni dopo dalla vicenda la signora ha riconosciuto il volto di R.H. tra le foto prestante dai carabinieri ed era così scattato l’arresto. L’uomo però ha tentato di fuggire dalla polizia stradale, che lo ha inseguito da Reana a Povoletto. Una fuga che però non è andata a buon fine.