Il caso dei prosciutti di San Daniele: non c’era insetticida, tutti prosciolti.
Per l’accusa, quei prosciutti marchiati San Daniele non vennero spostati durante l’operazione di disinfestazione delle sale di stagionatura. E di conseguenza l’Azienda sanitaria fu costretta a sequestrare 53mila cosce di prosciutto. Due persone, il direttore del prosciuttificio e il legale rappresentante di una ditta di disinfestazione, finirono in tribunale a Udine con l’accusa di frode in commercio.
Ora quelle due persone sono state assolte dal giudice perchè il fatto non sussiste. Il caso emerse tra il 2021 e il 2022 dopo una segnalazione da parte dei carabinieri del Nas. Si scoprì infatti che, per eliminare gli insetti dalle sale di stagionatura, l’azienda aveva assunto una ditta emiliana specializzata che, secondo l’accusa, aveva utilizzato insetticidi senza prima rimuovere i prosciutti.
Questo portò al sequestro delle cosce di prosciutto, successivamente rimesse in commercio dalla stessa azienda sanitaria, e all’imputazione dei due soggetti. Il pubblico ministero aveva richiesto una pena di 8 mesi per i due imputati e una multa di 100mila euro per la ditta emiliana. Il Consorzio San Daniele aveva richiesto un risarcimento di 200mila euro. Le analisi condotte sotto la supervisione dell’Azienda sanitaria sui prosciutti sequestrati avrebbero però escluso la presenza di insetticidi.