I consigli del Centro di recupero fauna selvatica ed esotica
Nell’ultimo mese al Centro recupero fauna selvatica ed esotica di Terranova di San Canzian D’Isonzo sono arrivati ben 17 caprioli: 7 molto giovani, nella maggior parte dei casi vittime di cadute all’interno dei canali di irrigazione; e 10 adulti che sono stati investiti dalle auto, che è una delle maggiori cause dell’arrivo di questi animali al centro.
Il Centro di recupero è uno dei pochi in Italia e l’unico in zona che si occupa di curare oltre che gli animali selvatici, anche la fauna esotica, come le tartarughe marine. Il suo fine riguarda principalmente la cura ed il rinserimento in natura dell’animale.
Non solo caprioli, infatti vengono ospitati numerosi nidiacei (passeri, merli, codibugnolo, ballerine bianche, cinciallegre, cinciarelle, gazze, cornacchie, ghiandaie, pigliamosche, codirosso, verzellini, colombi, frinquelli, tortore e alcuni rapaci); pappagalli; ricci; scoiattoli; chiurli; smergi; volpi; leprotti e molti altri animali.
Il cucciolo di capriolo recuperato ieri
“Il cucciolo di capriolo che è stato recuperato ieri da un canaletto di irrigazione ha mangiato, sembra che stia recuperando, ma non è ancora totalmente fuori pericolo”. E’ quanto si apprende dal Centro dove è stato portato ieri il cucciolo di capriolo di dieci giorni dopo l’incidente che l’ha coinvolto. Secondo gli esperti, oltre all’evidente disidratazione, è sicuramente stato predato, o da un cane o da un’ altro animale, in quanto la sua testa pende all’indietro e fa fatica a mangiare il latte.
“Dovrà aspettare un bel po’ prima di ritornare nel proprio habitat naturale” dice l’esperto “minimo 3 mesi“.
Cosa fare in presenza di animali selvatici
Il pericolo maggiore per gli animali selvatici, nella maggioranza dei casi, è rappresentato dall’uomo. Infatti, in buona fede cerchiamo di aiutare questi animali se visti in difficoltà, ma come sottolineano gli esperti del centro, non è sempre una buona norma farlo.
“Quando ci troviamo di fronte ad un cucciolo che sembra abbandonato – affermano gli esperti – il primo impulso è quello di salvarlo. Ma non c’è cosa più sbagliata, soprattutto nei confronti dei cuccioli di capriolo. Quest’ultimi si nascondono immobili nell’erba alta in attesa dell’arrivo della mamma e quindi non si trovano in stato di abbandono. E per questo non vanno toccati, perché la madre non potrà più riconoscerne l’odore.”
Diverso discorso per gli animali predati, in questo caso è sempre bene far riferimento alla forestale o ai centri di recupero del proprio territorio.
Attenzione al cibo
Un altro avvertimento riguarda il cibo. E’ altamente sconsigliato improvvisarsi “benefattori” senza conoscere le giuste regole, in quando anche un solo pasto può compromettere la vita dell’animale.
“Molto spesso ai cuccioli di animale selvatico che si “salva” si da del latte vaccino. Per alcuni tipi di animali, a causa della presenza del lattosio, è vietato in quanto può portare alla morte. Stesso discorso per i nidiacei al quale si danno erroneamente le briciole di pane“.
“Per qualsiasi dubbio, è sempre bene rivolgersi ai centri di recupero -concludono – dove si potranno indicare i giusti comportamenti”.