Nell’incidente ha perso la vita Paolo Roder.
Due anni di reclusione, pena sospesa, e sospensione della patente per due anni e 6 mesi per F.B., 75enne residente a San Giorgio della Richinvelda. L’uomo, al volante della sua auto, travolse sulle strisce pedonali, uccidendolo, Paolo Roder, 76enne di Sacile il 15 ottobre 2020. Questo quanto deciso al termine dell’udienza odierna dal dottor Eugenio Pergola, giudice del Tribunale di Pordenone.
Sono le 10 del mattino e a Sacile quel giorno pioveva. Paolo si trovava a margine della carreggiata, davanti alle strisce pedonali, in Viale della Repubblica all’intersezione con via Calvi e via Mameli, e aspetta di attraversare reggendo la sua bicicletta con una mano e l’ombrello aperto per ripararsi dalla pioggia con l’altra. Quel giorno però le luci rosse delle lampade dei semafori pedonali posti su entrambi i lati dell’attraversamento erano guaste, così Paolo, dopo essersi guardato ben intorno, iniziò ad attraversare mentre le macchine da ambo i lati erano ancora ferme al rosso. Non sapeva però quanto tempo aveva a disposizione per attraversare prima della ripartenza dei veicoli. Giunto quasi a metà dell’attraversamento scatta il verde per gli automobilisti e F.B., primo della fila al semaforo a bordo della sua Mitsubishi Outlander, riprensero la marcia verso Cordignano, ma nell’attraversare l’incrocio, non vedendolo, colpisì in pieno il pedone spezzando in più punti il telaio della bicicletta. L’impatto è fortissimo, l’immediato arrivo dei soccorsi e il ricovero in rianimazione non bastano per salvargli la vita, purtroppo Paolo muore per le gravissime lesioni riportate nello schianto.
Dai rilievi delle forze dell’ordine e dalle indagini del Pubblico Ministero Andrea Del Missier è emerso che F.B., fermo al semaforo rosso e primo della fila, al momento della ripartenza, aveva una visuale perfetta per avvistare di fronte a sé l’uomo che aveva già iniziato ad attraversare e quindi aveva la precedenza.
I familiari della vittima si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nell’assistenza di vittime della strada con sede anche a Pordenone che, assieme ai propri legali fiduciari, sta portando avanti una causa civile per ottenere per loro il giusto risarcimento danni.
“Come emerso in fase di indagine, F.B. non indossava né occhiali né lenti a contatto pur avendone l’obbligo durante la guida, e probabilmente questa mancanza gli ha impedito di vedere Paolo Roder qualche decina di metri più avanti – commentano Luca Infanti e Debora Rallo della sede Giesse di Pordenone – ancora una volta, il più elementare rispetto del codice stradale avrebbe evitato l’ennesima morte. Al volante servono attenzione e prudenza in ogni momento e punizioni severe per chi trasgredisce”.