Il cantiere all’ex Amideria Chiozza di Ruda.
Un piccolo Comune di soli 2.800 abitanti alle prese con un progetto da 12 milioni di euro: un’impresa ambiziosa che punta a trasformare l’ex Amideria Chiozza in uno dei più importanti musei di archeologia industriale a livello nazionale ed europeo. Ieri mattina, l’ufficio di presidenza allargato della V Commissione del Consiglio regionale ha effettuato un approfondito sopralluogo a Ruda, guidato dal presidente Diego Bernardis (Fp).
All’incontro hanno preso parte Enrico Bullian (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg), vicepresidente della Commissione, Massimiliano Pozzo, Manuela Celotti, Laura Fasiolo e Francesco Martines del Pd, Mauro Di Bert di Fedriga presidente, Alberto Budai della Lega, Massimo Moretuzzo del Patto-Civica, Rosaria Capozzi del M5S, Serena Pellegrino di Avs e Furio Honsell di Open Sinistra Fvg.
Un progetto di rilievo per il Friuli Venezia Giulia
“Abbiamo avuto modo di vedere da vicino un grande progetto di recupero, finanziato anche con fondi regionali. L’Amideria Chiozza è un autentico gioiello, un patrimonio per il Friuli Venezia Giulia, per l’Italia e per l’Europa” ha dichiarato Bernardis. Il presidente della Commissione ha condiviso l’auspicio espresso dall’ingegnere e architetto Edino Valcovich, che ha illustrato ai consiglieri la storia di Luigi Chiozza, ipotizzando l’inaugurazione di una prima parte degli spazi museali nel 2028, in occasione del bicentenario della nascita del chimico-imprenditore.
Il vicepresidente Bullian ha sottolineato come “la figura di Chiozza (che tra l’altro studiò a Parigi con Louis Pasteur, il quale abitò per un anno a Ruda, ndr) sia ancora poco valorizzata e quasi misconosciuta. Questa visita ha permesso di comprendere l’importanza storica e imprenditoriale della sua opera e di sostenere con convinzione il progetto di riqualificazione. Da ex amministratore comunale, comprendo le difficoltà che comporta la gestione di un cantiere di questa portata”.
Un’eredità industriale da valorizzare
A ricostruire la storia dell’ex fabbrica è stato il sindaco di Ruda, Franco Lenarduzzi, che ha ricordato come l’Amideria, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, fosse un’azienda all’avanguardia nella produzione di amido dal riso per l’industria tessile, alimentare e farmaceutica. Il complesso, che conserva ancora macchinari d’epoca in buono stato, tra cui una macchina a vapore di produzione ceca targata Skoda, ha cessato l’attività nel 1986 ed è stato vincolato dalla Soprintendenza e acquisito dal Comune nel 1991.
Negli ultimi dieci anni, grazie a finanziamenti regionali, statali ed europei, sono stati raccolti 12 milioni di euro per mettere in sicurezza la struttura e dare avvio alla trasformazione dell’ex Amideria in un museo di archeologia industriale, affiancato da spazi destinati al terziario avanzato, con l’obiettivo di coniugare memoria storica e innovazione.
Le sfide per un piccolo Comune per il recupero dell’Amideria Chiozza
Nonostante i progressi, le difficoltà non mancano. “Siamo l’unica stazione appaltante, paghiamo regolarmente le ditte e inviamo le fatture a Roma, ma il processo di rendicontazione è lungo e complesso” ha spiegato Lenarduzzi. “Questa visita della Commissione ci fa particolarmente piacere perché dimostra l’attenzione della Regione. Spero che d’ora in poi potremo affrontare insieme questa sfida”.
Il responsabile unico del progetto, Tommaso Cacciavillani, affiancato da Walter Toniatti, ha infine illustrato ai consiglieri regionali i dettagli del restauro, dapprima nella sala consiliare municipale e successivamente direttamente presso l’Amideria nella frazione di Perteole, dove i tecnici hanno risposto alle numerose domande degli amministratori presenti.