Nadia Orlando fu uccisa dal fidanzato.
Remanzacco ha chiuso gli eventi promossi per l’eliminazione della violenza sulle donne con un’emozionante giornata di riflessione, solidarietà e speranza che ha coinvolto istituzioni, associazioni e studenti e che ha visto il culmine nelle parole che i genitori di Nadia Orlando hanno voluto portare tra i giovani.
Un percorso simbolico contro il silenzio
Dopo un percorso sviluppatosi per tutto il mese di novembre con teatro, cinema, libri, camminate, distribuzione degli adesivi con il numero di telefono anti violenza e stalking 1522, mercoledì il Comune di Remanzacco ha concluso gli eventi con la condivisione di pensieri sulla violenza da parte dei ragazzi delle classi 3^ della scuola secondaria di I^ grado.
Causa maltempo non è stato possibile effettuare la breve camminata simbolica prevista, che andava a riunire i luoghi chiave del paese, toccando il monumento sociale della panchina rossa “Il coraggio di uscire dal silenzio” e le sagome contro la violenza istallate di fronte alla caserma dei carabinieri. Accanto a questi simboli che richiamano un messaggio di rispetto e solidarietà verso le vittime di violenza, sono stati posizionati due leggii esplicativi per sensibilizzare i passanti in modo permanente.
La testimonianza toccante dei genitori di Nadia Orlando
Uno dei momenti più intensi della giornata è stato l’intervento di Antonella Zuccolo e Andrea Orlando, genitori di Nadia, giovane vittima di femminicidio. Durante il loro racconto, il silenzio della sala parlava più di mille parole: la loro testimonianza ha profondamente colpito i giovani studenti, molti dei quali si sono avvicinati spontaneamente alla coppia per un abbraccio, in un gesto di rispetto e solidarietà. Commozione anche tra le 12 donne militari del 3° Reggimento Artiglieria da Montagna e del Reggimento Logistico Pozzuolo del Friuli, di stanza nella caserma Lesa, che hanno partecipato all’evento.
Riflessioni e impegno dei giovani
Gli studenti della scuola secondaria di primo grado, coordinati dalla professoressa Zandomenego e dagli insegnanti, hanno preparato e condiviso riflessioni profonde sul tema della violenza, inclusi bullismo e cyberbullismo. Alcuni pensieri sono stati esposti nell’atrio dell’Auditorium per sensibilizzare sul significato della giornata e promuovere il coraggio di denunciare situazioni di difficoltà, altri sono stati letti dalla viva voce dei ragazzi.
Presenze istituzionali e contributi simbolici
L’evento finale si è tenuto pertanto in Auditorium, aperto dai saluti dell’assessore alle politiche sociali Annarita Durì, con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, tra cui il sindaco Daniela Briz con assessori e consiglieri comunali, la dirigente dell’Istituto Comprensivo Luella Guglielmin, la consigliera alle Pari Opportunità Maria Scarpa, mentre la presidente del centro antiviolenza SOS Rosa, Francesca Vuaran, assente causa malattia, ha mandato i suoi saluti. Presenti anche le Forze dell’Ordine, rappresentate dal Comandante della stazione dei Carabinieri Andrea Ercole e dagli agenti della Polizia Locale della Comunità del Friuli Orientale, che hanno ribadito il loro impegno a sostenere le vittime di violenza, con risorse e supporto per la comunità.
Un messaggio di speranza
Il contributo di associazioni come SOS Rosa e il coinvolgimento dei militari hanno sottolineato l‘importanza di un approccio collettivo nella lotta contro la violenza. In conclusione, la giornata ha trasmesso un messaggio chiaro: il cambiamento inizia con il rispetto, la consapevolezza e la collaborazione. E le testimonianze dei genitori di Nadia Orlando, assieme ad azioni simboliche come l’installazione di panchine e alle riflessioni degli studenti, hanno offerto un importante stimolo per costruire un futuro di speranza e solidarietà.