Il 15 agosto 1944 furono uccisi a Reana i partigiani osovani Gian Carlo Marzona e Fortunato Delicato
Ottant’anni fa, il 15 agosto 1944, in località bivio Morena, a Reana del Rojale, furono fermati per un controllo, trovati in possesso di armi e munizioni e immediatamente fucilati due partigiani osovani, Giancarlo Marzona “Piero”, 22 anni di Treppo Grande, e Fortunato Delicato “Bologna”, 25enne di Tolmezzo.
All’annuale commemorazione, organizzata dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Udine erano presenti la sindaca Anna Zossi con altri primi cittadini del territorio, la presidente dell’Anpi provinciale di Udine Antonella Lestani, il presidente dell’associazione partigiani Osoppo Roberto Volpetti, il presidente dell’Ente Friuli nel mondo Franco Iacop e i consiglieri regionali Manuela Celotti e Cristiano Shaurli.
“In questa giornata assolata idealmente doniamo a Giancarlo Marzona e a Fortunato Delicato l’ombra del bel fiore partigiano e con la nostra presenza chiediamo di non dimenticare il loro sacrificio, assieme a quello dei tanti caduti nella lotta di Liberazione e dei tanti civili innocenti trucidati e deportati, qui nei nostri paesi come a Sant’Anna di Stazzema e in tutta Italia. Il passar del tempo, il venir meno delle testimonianze dirette, la secolarizzazione della storia rischia di stemperare il semplice ricordo“, ha detto Shaurli.
Richiamando le figure dei resistenti “persone normali che dalle fabbriche, dai campi e molti dallo stesso esercito italiano seppero scegliere e scelsero la minoranza che stava dalla parte giusta“, Shaurli si è riferito alle guerre in corso e ai “folli nazionalismi alimentati da uomini soli al comando” quali fenomeni che devono “farci chiedere anche oggi come le democrazie rappresentative furono spazzate via in pochi anni”.
Appello alla partecipazione democratica
Stigmatizzando il “pericoloso riaffermarsi di una cultura individualista in cui ognuno si preoccupa solo di se stesso o al limite dei propri ristretti affetti”, Shaurli ha chiesto di “mettere in discussione quella sbornia che ha colpito tutti da sinistra a destra di barattare la partecipazione democratica con un presunto decisionismo efficientistico”. Di qui l’appello a “più partecipazione”, a far riscoprire ai giovani “il senso civico e l’impegno“, a una “politica migliore”. Shaurli ha, dunque, ammonito su come ci sia bisogno “non di governatori, ministri o primi cittadini ancora più potenti ma di Consigli comunali più autorevoli, capaci di creare partecipazione e confronto”.
“La Resistenza e la Costituzione ci consegnano un’Italia una e indivisibile“, ha concluso Shaurli rivendicando le sue convinzioni di europeista e federalista, e ha puntualizzato che “l’autonomia può essere virtuosa assunzione di responsabilità ma è una cosa seria non un baratto elettoralistico“.