Il Friuli ricorda la tragedia del piroscafo Galilea: le celebrazioni

Fasi della cerimonia di Muris di Ragogna con l'assessore regionale Barbara Zilli

La cerimonia in ricordo dei caduti del piroscafo Galilea.

Si è svolta oggi a Muris di Ragogna la cerimonia per l’ottantaduesimo anniversario della tragedia del piroscafo Galilea.  “Qui a Muris il ricordo di quanto accaduto la notte fra il 28 e il 29 marzo del 1942 nel Mar Ionio si fonde con l’impegno civile e con quella responsabilità morale collettiva di evitare sia le tragedie che oggi caratterizzano uno scenario internazionale sempre più incerto che quelle che potrebbero verificarsi domani – ha commentato l’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli – . Da questo meraviglioso scorcio del Friuli baciato dal sole, con questa solenne cerimonia abbiamo inoltre l’onore di ricordare i caduti del Galilea in occasione della Domenica delle Palme”.

“Guardando le nostre montagne che sono state teatro di atrocità e di atti di eroismo durante la guerra e osservando la pianura rifiorita, possiamo affermare con orgoglio – ha rimarcato Zilli – che la nostra comunità, il nostro Friuli – un territorio alpino per sua stessa natura – è riconosciuto nel mondo per il senso di civiltà e per i valori di lealtà, altruismo e generosità che sono gli stessi che da sempre caratterizzano il corpo degli alpini”.

Come tradizione, l’evento si è tenuto nei pressi del monumento ai caduti sul fronte greco albanese. Quando fu affondato da un siluro nemico, il Galilea stava riportando in Italia l’intero Battaglione Alpini Gemona. A bordo aveva 1.335 persone, compresi anche numerosi bersaglieri, carabinieri, civili e prigionieri. I superstiti furono appena 279.

Il valore per le future generazioni.

Nel corso del suo intervento l’assessore Zilli ha riservato un appassionato passaggio alle future generazioni. “Contrariamente a quanto si possa pensare, i giovani non sono affatto assenti o disinteressati. I nostri ragazzi e le nostre ragazze hanno solo bisogno che venga indicata loro la via, che vengano loro aperti quegli armadi zeppi di ricordi e conoscenza dove è riposto il cappello alpino del nonno che è andato disperso in Russia oppure scomparso fra le onde insieme al Galilea”.

“Raccontare significa rendere partecipi le nuove generazione di questa responsabilità collettiva, di questo senso di civiltà, del significato di essere parte di una comunità – ha sostenuto Zilli -. Uno sforzo che non può che alimentare il senso di altruismo nei giovani che poi ritroveremo pienamente coinvolti nell’impegno civile, nel mondo del volontariato e in diverse attività all’interno dei nostri paesi come delle nostre città”.

“Ragazze e ragazzi che non gireranno le spalle davanti al bisogno del prossimo. Lo stesso spirito degli alpini che – ha concluso l’esponente della Giunta Fedriga – vanno ringraziati per quanto hanno fatto e continuano a fare nei teatri di guerra ma soprattutto in tempo di pace”.