Il nuovo regolamento per i consigli di quartiere partecipati di Udine.
A Udine il nuovo regolamento sui consigli di quartiere partecipati è pronto. La giunta comunale ha approvato nell’ultima seduta il documento che poi passerà al vaglio del consiglio comunale il 29 gennaio.
“La nuova forma di partecipazione cittadina è stata progettata per partire dal basso e coinvolgere le associazioni e i comitati che vivono e operano nei quartieri della città di Udine” spiega l’Assessore alle Partecipazione Rosi Toffano “con l’obiettivo di favorire la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica della città e un collegamento più rapido, sistematizzato e democratico dei cittadini e del territorio con l’Amministrazione comunale”. I nuovi Consigli saranno diretta espressione del territorio e, aspetto per un certo verso rivoluzionario, avranno un ruolo attivo nell’elaborazione dei progetti e bandi comunali per progetti di sviluppo sociale, economico e culturale per i quartieri e potranno mettere voce nei capitoli di bilancio.
Le funzioni che i consigli di quartiere andranno ad assumere grazie alla nuova configurazione sono certamente la novità più sostanziale della riforma. Tutte le realtà associative operanti nel territorio corrispondente al proprio consiglio di quartiere (culturali, sportive, tutela ambientale etc), previa iscrizione all’Albo apposito, potranno partecipare ai consigli, contribuendo, raccogliendo e avanzando osservazioni, istanze e bisogni delle comunità cittadine.
Più partecipazione.
Si apre così la possibilità di avanzare proposte che interessino i quartieri, progetti di sviluppo dei servizi e del tessuto sociale, ma anche pareri delle comunità e segnalazioni di eventuali problematiche relative ai 9 centri che compongono il tessuto urbano.
Ad assicurare la funzionalità dei consigli ci sarà il coordinatore, che avrà il compito di rappresentare il consiglio di quartiere nelle sedi opportune e convocare e gestire le sedute. Un organismo di supporto, formato dall’Assessore di riferimento, due consiglieri di maggioranza e due di minoranza farà da tramite tra consigli partecipati e amministrazione. L’organismo avrà sede negli uffici comunali dedicati al decentramento.
Alle nuove assemblee cittadine parteciperanno, come detto, le associazioni, i comitati e tutte quelle realtà che operano nei settori della cultura, del sociale, dell’assistenza, della tutela dei diritti e della solidarietà, ma anche nei settori del commercio e dell’artigianato, dell’ambiente e dello sport. A queste si aggiungono gli enti ecclesiastici e le comunità religiose, le fondazioni e gli istituti scolastici e universitari che hanno sede nei quartieri. Questi attori dovranno fare domanda di iscrizione all’albo, uno per ogni quartiere.
L’assessore Toffano: “Una struttura che dal basso raccoglierà i veri bisogni della cittadinanza”
“Una tale composizione dei consigli di quartiere partecipati mira a riflettere realmente la composizione civile e sociale dei nostri quartieri”, ha sottolineato l’Assessora a Partecipazione, Quartieri, Associazioni e Sicurezza partecipata Rosi Toffano. “A differenza di quanto avvenuto fino ad ora, ogni quartiere avrà una configurazione ad hoc del proprio consiglio senza alcuna nomina politica, perché saranno le realtà che da sempre operano sul territorio e ne plasmano la vita quotidiana a formarli, portando avanti istanze e proposte che rappresentano realmente i bisogni e le prospettive dei diversi territori cittadini”.
Il sindaco de Toni: “Puntiamo sulla partecipazione dei cittadini alla gestione della città”
“Ringrazio l’Assessore Rosi Toffano e gli uffici comunali che hanno lavorato intensamente per arrivare al nuovo regolamento” spiega il sindaco Alberto Felice De Toni. “Uno degli obiettivi della nostra amministrazione è quello di aumentare la partecipazione e il senso di comunità dei nostri cittadini e siamo sicuri che i nuovi consigli di quartiere partecipati saranno uno strumento fondamentale. Il legame con i cittadini e la loro collaborazione sono determinanti per la riuscita dell’azione amministrativa. La nostra non vuole essere una politica top down, bensì bottom up. I consigli partecipati avranno il ruolo di ambasciatori delle esigenze di ogni quartiere, raccogliendo e trasferendo le istanze e garantendo la partecipazione della comunità sul territorio in maniera costante, non solo ogni cinque anni, in occasione del voto. Per questo abbiamo voluto una rappresentanza che arriva dal basso, che parte dall’impegno di chi già opera nelle associazioni, con al centro progetti concreti”.