Caos concorsi, in Fvg la scuola riparte tra incertezze e precarietà. Oltre 2.500 i supplenti

L’analisi in vista del nuovo anno scolastico della Uil Fvg Scuola

Inizia un nuovo anno scolastico, con problemi che si ripetono“, denuncia Ugo Previti, segretario generale di Uil Scuola Rua del Friuli Venezia Giulia. “L’11 settembre la campanella suonerà con oltre 2.500 supplenti di cui, certificati dal Ministro, 700 sul sostegno. Un danno per il personale, ma soprattutto per la continuità didattica. Male anche la situazione del personale Ata, il cui
precariato ammonta a oltre 650“, sottolinea il sindacato, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico 2024/25, che riparte “con gli stessi vecchi problemi e criticità“.

Incertezza aumentata dal caos concorsi

Ad aggiungere incertezza, spiega ancora Previti, è “l’attesa dei risultati di un algoritmo che negli anni passati ha mostrato tutti i suoi limiti con graduatorie piene di errori dapprima pubblicate, ritirate, ripubblicate, favorendo il balletto dei docenti con ricadute inevitabili sulla gestione della scuola da parte dei dirigenti scolastici, del personale delle segreterie già oberate di lavoro, sugli alunni e sulle famiglie che vedranno la continuità didattica sempre più come un miraggio”.

Concorsi espletati e non ancora tutti conclusi e, su pressioni dell’Europa che interviene con misure che non tengono in considerazione le condizioni del nostro Paese – osserva il segretario Uil Scuola-, già se ne annunciano di nuovi pur se con graduatorie colme di idonei ai quali sarà richiesto di rimettersi nuovamente alla prova. E poi, scuole in reggenza con i dirigenti scolastici in attesa degli esiti del contenzioso che ha bloccato le assunzioni. È evidente che l’attuale sistema di reclutamento ha mostrato ancora una volta tutti i suoi limiti“.

“Riprogrammare le assunzioni”

Uil Scuola del Friuli Venezia Giulia ribadisce la necessità e l’urgenza di trasformare l’organico di fatto in organico di diritto e assumere su tutti i posti vacanti. Rappresenterebbe una scelta coraggiosa che ha costi ragionevoli, circa 720 euro a precario, come stiamo rivendicando da tempo. “È ora di fermarsi e riprogrammare per tempo le azioni necessarie, anche di finanza pubblica – conclude Previti –, perché è dalla qualità della scuola, dall’istruzione che passa lo sviluppo del Paese. In questa situazione tutto il personale della scuola continua a lavorare con dedizione e responsabilità nel rispetto degli alunni e delle famiglie. A loro va il nostro supporto professionale e i migliori auspici di un sereno anno di lavoro. Sulla scuola si investe, non si fa cassa“.