Bocciata la proposta per la doppia preferenza di genere in Fvg.
Semaforo rosso. Il Consiglio regionale ha respinto a maggioranza la proposta di legge 103 per la modifica dell’articolo 25 della legge regionale 17/2007. In soldoni, l’iniziativa puntava a creare uno strumento legislativo per introdurre la possibilità di esprimere uno o due voti di preferenza e, nel caso l’elettore dovesse optare per questa doppia scelta, imponendo l’alternanza di genere, pena l’annullamento della seconda preferenza espressa.
La maggioranza, però, ha respinto la proposta. “Il fatto che sia stata ripresentata la stessa proposta di legge già bocciata da quest’aula poco più di un anno fa rende strumentale un’iniziativa su un tema che, a nostro avviso, si inserisce in un ragionamento complessivo sulla legge elettorale, per il quale abbiamo formulato un invito al gruppo più consistente della minoranza di riunirci attorno a un tavolo per cercare una soluzione condivisa. Un’offerta di collaborazione alla quale però ci è stato detto di no” ha sottolineato l’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti. “La parità di genere – ha aggiunto il capogruppo della Lega in consiglio, Mauro Bordin – si ottiene garantendo a chiunque la stessa possibilità”.
“Per l’ennesima volta, ribadisco che la doppia preferenza di genere in ambito elettivo danneggi le donne – è la motivazione del “niet” da parte di Mara Piccin, consigliera regionale di Forza Italia -. Sul ruolo elettivo della presenza in Consiglio regionale non trovo motivazioni convincenti a favore della proposta: non trovo disparità rispetto ai colleghi uomini né in Aula né di fronte all’opportunità di conquistare la fiducia dei cittadini”. Maddalena Spagnolo, consigliere della Lega, ha argomentato dicendo che “A titolo personale, sono favorevole alla proposta della doppia preferenza di genere che lascia la libertà di scelta di votare un uomo o una donna o entrambi, ma non posso accettare la strumentalizzazione di un argomento così delicato“.
Grandi malumori in seno alla minoranza, che ha bacchettato il governo regionale tacciandolo di scarsa sensibilità sul tema. Per Simona Liguori e Tiziano Centis dei Cittadini si tratta della “ennesima brutta figura del centrodestra. La proposta avrebbe consentito al Friuli Venezia Giulia di non rimanere una delle tre Regioni italiane, assieme a Valle d’Aosta e Piemonte, in cui la doppia preferenza di genere non è stata ancora prevista, nonostante le esplicite indicazioni del Governo nazionale dopo la legge 20/2016 sulle pari opportunità nell’accesso alle cariche elettive”. “Rilevo con dispiacere – spiega Furio Honsell di Open Sinistra Fvg – che molti interventi della maggioranza sono stati infarciti di pregiudizi e luoghi comuni pericolosi sulla condizione femminile. Questi e la bocciatura della legge stanno a dimostrare che nella nostra regione è ancora lungo il percorso che iniziò con il voto alle donne durante la Resistenza”. Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia, ha definito la bocciatura “una vergogna. Quando si tratta della questione della parità di genere, tutti sono pronti a sostenerla a parole, ma, al momento dei fatti, molti si tirano indietro. Fedriga a suo tempo aveva detto che si trattava di un tema solo sospeso, ma nulla è stato fatto”.
“Il dibattito – sottolineano invece i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle – non ha chiarito se la bocciatura è stata dettata dalla contrarierà politica della maggioranza, dalla tempistica o dal fatto che la proposta sia arrivata dall’opposizione. Eppure recentemente il presidente del Consiglio regionale, in occasione della Festa della donna, aveva dichiarato che “anche il Friuli Venezia Giulia adotterà la doppia preferenza di genere nell’elezione del Consiglio regionale”. Un cortocircuito nel centrodestra: non è il primo e non sarà l’ultimo da qui al 2023”. “Per l’ennesima volta il centrodestra ha dato prova di essere ben lontano dall’aver metabolizzato il principio delle pari opportunità e lo ha chiaramente dimostrato negando la doppia preferenza di genere per avere più donne in politica” ha chiosato il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Russo, esponente del Pd.
Dispiacere per la bocciatura, infine, anche da parte di Dusy Marcolin, presidente della Commissione regionale pari opportunità, che però ha auspicato l’apertura di un tavolo trasversale per una legge sul tema.