La Procura di Udine ha affidato la perizia tecnica sull’incidente del 2 settembre, che ha provocato la morte di pilota e passeggera
Sarà una perizia tecnica a provare a far luce sulle cause del tragico incidente dell’ultraleggero che, il 2 settembre, all’aviosuperficie di Premariacco, ha causato la morte del pilota Simone Fant, 31 anni, e della giovanissima passeggera Alessandra Freschet.
La Procura di Udine, che aperto un fascicolo per omicidio colposo, a carico di ignoti, ha affidato il 7 ottobre all’esperto ingegnere aeronautico Cirio Ciotola le indagini. Il professionista avrà 90 giorni di tempo per ricostruire l’accaduto.
L’autopsia e i nuovi esami
L’autopsia, eseguita il 9 settembre dal medico legale Lorenzo Desinan sui corpi delle due giovani vittime, aveva stabilito che Simone e Alessandra erano morti in seguito alle gravissime ustioni riportate su gran parte del corpo, escludendo, quindi, che il decesso fosse stato causato dal violento impatto al suolo del velivolo.
L’obiettivo della perizia tecnica è quello di chiarire, dal punto di vista tecnico, le cause dell’incidente, che potrebbe essere stato provocato da un guasto meccanico, da un errore umano o da una tragica coincidenza ambientale, dal momento che il meteo stava rapidamente cambiando.
Manca la scatola nera
In assenza della scatola nera, a ‘parlare’ saranno i resti del Fly Synthesis Storch, ma anche rilievi e foto eseguiti subito dopo la tragedia. Le indagini serviranno anche per definire gli aspetti legati ad assicurazioni e risarcimenti.
Parallelamente, prosegue anche il lavoro dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo che aveva inviato una squadra investigativa in Friuli per condurre un’indagine indipendente sulla tragedia. Ma anche in questo caso i temi non saranno brevi.