Il caso del locale chiuso a Pozzuolo.
Una situazione al limite del paradosso. È quanto accaduto negli scorsi giorni in un’attività di “pizza al taglio” di Pozzuolo del Friuli, chiusa per cinque giorni per effetto delle norme anti Covid.
Che cosa è successo? Un elettricista, titolare di partita Iva, nei giorni scorsi è stato trovato all’interno del pubblico esercizio dopo le 18. Si trovava là per installare delle telecamere. Durante il controllo delle forze di polizia, però, queste ultime hanno sì visto l’artigiano in abiti da lavoro, con tanto di cassetta degli attrezzi, ma hanno notato anche un trancio di pizza nei paraggi. “Forse – dice l’avvocato Santo Tutino di Udine, che segue il caso per conto dell’azienda – l’unico neo del gestore è stato proprio quello di mettere a disposizione dell’artigiano uno spicchio di pizza avanzato dopo che le serrande si erano abbassate per il pubblico”.
La presenza del cibo ha indotto le forze dell’ordine a redigere i verbali “ma non con contestazione immediata, bensì differiti e rilasciati qualche giorno dopo presso il comando di Mortegliano. Anche il locale pare chiuso successivamente e non nell’immediatezza del fatto – ricostruisce l’avvocato -. Da qui nascono i motivi del ricorso al Prefetto di Udine, con relativa presentazione della richiesta di audizione, oltre la valutazione di legittimità del Dpcm”.
Tutino fa infine sapere di essere “rispettoso delle norme e delle disposizioni. Ringrazio tutti quelli che operano a contrasto del “maledetto virus” e do atto che interviene solo su incarichi che ritiene delicati e su questioni che necessitano maggiori chiarimenti innanzi all’Autorità”. In questa circostanza, però, è sembrata una ingiustizia e da qui il ricorso.