Il caso è scoppiato per il ritrovamento di una telecamera nascosta all’Abs.
Dopo la proclamazione dello stato di agitazione da parte dei sindacati per il ritrovamento di una telecamera nascosta all’Abs di Cargnacco, arriva la risposta ufficiale dell’azienda, in cui illustra le sue motivazioni.
“Con riferimento alle dichiarazioni in data odierna ad opera dei segretari territoriali David Bassi (Fiom-Cgil), Francesco Barbaro (Fim-Cisl) e Giorgio Spelat (Uilm-Uil) assieme alle rappresentanze sindacali, in cui si segnala il ritrovamento di una telecamera durante una operazione di manutenzione, l’azienda precisa che si tratta di attività a tutela del patrimonio aziendale, avviate a seguito di ammanchi inventariali” cita la nota.
“Tali misure di controllo difensivo, peraltro di durata limitata nel tempo ossia 60 gg, sono state effettuate nel rispetto del principio di pertinenza e non sovrabbondanza in un’area molto circoscritta, da una Società investigativa autorizzata (ex art.134 TULP) ad effettuare tali attività nel pieno rispetto delle procedure e dello Statuto dei Lavoratori”.
“ABS – chiude l’azienda -, esprime rammarico per questa azione di agitazione, effettuata il giorno successivo al ritrovamento dell’apparecchio e senza alcuna preventiva richiesta di chiarimenti ai referenti aziendali. L’azienda conferma la volontà di mantenere rapporti costruttivi e improntati al dialogo con tutte le sigle sindacali”.
La telecamera era stata trovata in una scatola durante un’operazione di manutenzione e i sindacati lo avevano definito “un episodio gravissimo con il rischio di un reale controllo dei lavoratori, in barba a tutte le normative vigenti”.