Muore poco prima di dire messa: addio a don Vezzio, per 40 anni parroco di Salt

Don Renato Vezzio è morto a 91 anni.

Si è spento domenica 27 ottobre, all’ora dell’Angelus, don Renato Vezzio, per moltissimi anni parroco di Salt. Don Vezzio è spirato improvvisamente alla Fraternità sacerdotale di Udine, dove ha trascorso egli ultimi anni: nonostante l’età avanzata, godeva infatti di discreta salute. Periodicamente alcuni parrocchiani di Salt lo accompagnavano in Parrocchia per la celebrazione della Santa Messa: anche il giorno della morte avrebbe dovuto celebrare la Messa nella sua Salt.

Renato Vezzio nacque nel 1933 a Jeandelaincourt, nella regione francese attualmente denominata Grand est, dove la famiglia – originaria di Bueriis – si era trasferita per motivi di lavoro. Rientrato in Italia, fu ordinato sacerdote nel 1957 da mons. Giuseppe Zaffonato.

Dopo alcuni incarichi di collaboratore pastorale (a Buja e a Udine, per la precisione a San Nicolò al Tempio ossario), nel 1963 il suo primo incarico da parroco, in Carnia, a Ligosullo. Don Vezzio resse la Parrocchia della Val Pontaiba per cinque anni. Nel 1968 si avvicinò al gruppo di sacerdoti oblati diocesani, a Ribis di Reana, ma vi prese parte per un periodo molto breve. Nel 1973 fu nominato parroco di Cortale, sempre nel Rojale.

Nel dicembre 1976 assunse la guida della comunità di Dordolla, Parrocchia – ora soppressa – nei pressi di Moggio Udinese; in Val Aupa don Vezzio fu protagonista dei primi anni di ricostruzione post-terremoto. Nel 1985 mons. Alfredo Battisti gli assegnò l’incarico che don Vezzio rivestì fino alla morte: fu infatti nominato parroco di Salt, frazione del comune di Povoletto. In aggiunta, dal 2003 al 2014 fu amministratore parrocchiale di Platischis/Plestišča, in comune di Taipana, oltre che membro del Consiglio presbiterale diocesano per alcuni mandati.

Di carattere schivo, ma particolarmente tenace e caparbio, don Vezzio fu un grande appassionato di arte: a lui si deve l’ornamento della chiesa di Salt con opere di Arrigo Poz, per un connubio tra fede e arte capace di donare un senso di bellezza all’esperienza spirituale.