Le criticità nel Pordenonese per i tamponi in Asfo.
“Che il sistema di tracciamento e dei tamponi sia saltato, è ormai un fatto sostanzialmente assodato e sotto gli occhi di tutti. Ma questo non può giustificare i forti disagi che molti cittadini stanno vivendo (costretti a pagarsi i tamponi che dovrebbe fare la sanità pubblica) a causa della disorganizzazione delle Aziende sanitarie, tra le quali quella del Friuli Occidentale riesce a distinguersi in negativo“.
Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd), componente della III Commissione consiliare e che attraverso un’interrogazione chiede alla Giunta Fedriga di chiarire “quanti sono stati i tamponi eseguiti lo scorso anno dalle diverse Aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia”.
“Nel 2020 – fa sapere Conficoni – il numero di test pro capite eseguiti nel Friuli Occidentale è stato decisamente inferiore a quello delle altre realtà, confermato anche dalle denunce di lungaggini e disparità del presidente dell’ordine dei medici. Un dato di fatto, questo, che l’assessore regionale Riccardo Riccardi giustificò con il minor numero di persone positive individuate, salvo poi affermare che più si cerca e più si trova.
In ogni caso, ora che la domanda di tamponi è elevata, l’offerta non riesce comunque a soddisfarla“.
“Per questo – continua il dem – proprio a seguito dei disagi subiti da molti cittadini, è opportuno capire se la capacità di esecuzione dei test è stata riequilibrata. Se così non dovesse essere, sarebbe davvero penalizzante per i pordenonesi, costretti a pagare una tassa occulta, senza dimenticare i disagi legati ai tempi per ottenere i certificati di guarigione che impongono una sburocratizzazione e accelerazione delle procedure”.
“Per rispondere tempestivamente a queste esigenze – è la conclusione di Conficoni -, è quanto mai opportuno estendere agli alunni delle scuole materne e primarie i test gratuiti già concessi ai ragazzi che frequentano gli altri istituti medi e superiori“.