Il ragazzo si è rivolto all’associazione Istrice, che si occupa di aiutare i responsabili di atti di violenza
Il femminicidio di Giulia Cecchettin lo aveva profondamente colpito, facendolo riflettere sulla relazione violenta con la sua ragazza. Così un giovane di Pordenone ha chiesto aiuto per imparare a controllare le gravi reazioni di rabbia già avute in passato nei confronti della compagna.
“Io non voglio diventare come Filippo Turetta. Aiutatemi prima che sia troppo tardi” ha detto ai volontari dello sportello gestito dall’associazione Istrice, che dal 2016 si occupa a Pordenone di percorsi di recupero per uomini maltrattanti.
L’incontro con l’associazione pordenonese è nato dopo una serata informativa organizzata assieme a Voce Donna. Il ragazzo – hanno fatto sapere i responsabili di Istrice, attiva anche a Udine e a Gorizia – era spaventato per le reazioni scomposte del passato e ha realizzato che potessero rappresentare un eventuale pericolo per chi gli stava vicino. A quel punto ha deciso di farsi aiutare.
Un percorso per condannati per maltrattamenti e stalking
Allo sportello di Istrice accedono uomini inviati dalle forze dell’ordine o dal Tribunale, in seguito a denunce per ‘codice rosso’. Grazie a un protocollo con la Questura di Pordenone, è stato anche attivato uno spazio di ascolto rivolto alle persone che hanno commesso vessazioni di qualunque tipo sulle donne.
L’intesa prevede anche un percorso ad hoc per i condannati per reati di maltrattamento in famiglia e stalking che stanno scontando la loro pena nel carcere di Pordenone. Saranno guidati in un percorso dedicato, in modo da comprendere le reali responsabilità delle loro azioni, evitando il rischio di recidiva.
In altri casi, sono i servizi sociali o il sistema sanitario a inviare i maltrattanti. Ma ci sono anche persone, come il ragazzo pordenonese, che si avvicinano spontaneamente. Si tratta soprattutto di giovani, che sono più propensi a riconoscere di avere un problema. E le richieste di aiuto per cambiare sono in aumento.