Nicolò Fagioli avrebbe un debito anche con una ricevitoria della provincia di Pordenone.
Nicolò Fagioli, Il giovane calciatore della Juventus al centro dello scandalo sulle scommesse sportive avrebbe anche un debito di 17mila euro con una ricevitoria fisica nella provincia di Pordenone.
La storia è emersa durante l’interrogatorio di Fagioli in Procura il 28 settembre, quando ha ammesso di essere caduto nel gioco d’azzardo nel corso dell’estate del 2021. La tentazione è scaturita durante un ritiro della nazionale Under 21.
Le scommesse del calciatore hanno coperto un ampio spettro, dall’azzardo sportivo al poker online, ma ha negato categoricamente di aver mai scommesso sulle squadre per le quali ha giocato, ovvero Cremonese e Juventus. In seguito, non potendo più usare il proprio conto personale – controllato dalla madre – ha tentato di ottenere denaro dai compagni di squadra, inventando scuse come l’acquisto di orologi di lusso in una gioielleria di Milano. In realtà, quei soldi servivano o per alimentare ulteriormente la sua dipendenza al gioco o per pagare debiti già accumulati. Con il tempo e i debiti arrivano anche le minacce.
Una situazione che è diventata insostenibile per il giovane calciatore con le perdite che avevano sfiorato i tre milioni di euro e , come riporta il Messaggero Veneto, con 17.000 euro di debito in una ricevitoria fisica in provincia di Pordenone. Dal punto di vista della giustizia sportiva, Nicolò Fagioli ha patteggiato una pena di 7 mesi di squalifica dai campi di calcio, con altri 5 mesi commutati in “prescrizioni alternative.”
Prima di disattivare il suo account Instagram Fagioli ha pubblicato un post per rispondere alle critiche. “Pensavo di partire chiedendo scusa non solo ai tifosi bianconeri, ma a tutti i tifosi del mondo del calcio e dello sport per l’errore ingenuo che ho fatto. Invece no, sono obbligato a partire con lo schifo che scrivono su di me giornali, persone solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità… O forse meglio, solo per conquistare due visualizzazioni in più. Presto parlerò”.