Due uomini pakistani arrestati dalla Guardia di finanza di Pordenone.
Per eludere le intercettazioni, lo spacciatore usava il proprio telefono senza scheda sim, collegandosi a Whatsapp tramite reti wifi trovate disponibili. È comunque finito in manette, insieme ad un altro connazionale, un uomo pakistano su cui si erano soffermate le indagini della Guardia di finanza di Pordenone.
Visto il sensibile aumento riscontrato in giovani consumatori della provincia, infatti, le fiamme gialle di Pordenone ha avviato, su delega dell’autorità giudiziaria, minuziose indagini che hanno portato all’arresto dei due e all’identificazione di altri 14 soggetti identificati come acquirenti, 10 italiani e 4 stranieri.
Il primo uomo arrestato, grazie alla raccolta delle testimonianze e dell’analisi dei tabulati telefonici, si trovava da diverso tempo nella provincia di Pordenone, pur non avendo fissa dimora ed essendo già noto alle forze dell’ordine sempre per reati legati allo spaccio. Per approvvigionarsi, l’uomo di origine pakistana si spostava a Mestre, facendosi accompagnare in auto da un giovane consumatore che poi veniva “ripagato” con alcune dosi.
Durante l’operazione, inoltre, la Guardia di finanza individuava un secondo uomo, sempre del Pakistan, trovato in possesso di sette dosi di hashish. Perquisita la sua abitazione, un locale riconducibile a una cooperativa sociale che si occupa di accoglienza ai migranti, gli agenti hanno trovato altre 20 dosi di hashish, un bilancino elettronico e mille euro in contanti. Anche per lui si sono aperte le porte del carcere di Pordenone.
Attualmente sono in corso altri accertamenti per capire meglio la provenienza delle sostanze stupefacenti, eroina proveniente da Mestre e hashish acquistata sulla piazza di Udine.