Le storie al telefono della Comunità Calicantus diventano un libro.
“Mamma ho un’idea, telefoniamo e raccontiamo le favole alle “tue” signore”. Parte da una bimba di quattro anni lo spunto di trasformare il lockdown all’interno della Comunità residenziale Calicantus di Pasian di Prato (rivolta a persone adulte con disabilità e fortemente voluta dalla Cooperativa sociale Itaca) in occasione di incontro e di scambio. Un’idea semplice, quasi naturale, che porta dentro di sé un obiettivo molto concreto: forzare il distanziamento fisico e sociale, cui il servizio era allora sottoposto dalle disposizioni nazionali e regionali per il contenimento del Covid-19, per non impedire lo stare assieme, per stimolare ancor di più la condivisione di pensieri, legami, connessioni tra le persone.
L’idea in un batter d’occhio si trasforma in progettualità. La bimba, Celeste, che a sua volta ha ascoltato al telefono le letture della Cooperativa Damatrà e dell’associazione Nati per leggere, figlia di una delle operatrici di Calicantus, ora sceglie i racconti che poi la mamma legge sempre al telefono per le “signore”, otto donne che vivono nella Comunità di Pasian di Prato. “È davvero sorprendente e commovente – sottolinea Pierluigi Di Piazza – il vissuto profondo di una bambina di quattro anni che ha presenti le “signore” della mamma, che pensa a loro in questo momento difficile per tutti e probabilmente più ancora per loro”.
Le letture scelte dalla bimba diventano, così, un appuntamento settimanale molto speciale: “Questo tempo così surreale – spiega Elisa Trevisani, operatrice di Calicantus e mamma di Celeste, che con Francesca Schiavon, che coordina la Comunità, ha costruito il progetto – ha portato con sé enormi occasioni per riflettere e porsi domande su cosa realmente sia importante. E abbiamo scoperto che quello che ci fa bene sono le relazioni, il non sentirsi soli pur nell’isolamento e la creatività con cui possiamo inventare nuovi modi per sentirci assieme”. Così, “passando in rassegna vari libri che avevamo in casa, ci viene l’idea di leggere dei racconti tratti dal libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli” (Favilli & Cavallo, 2018). Sono storie di donne tra loro molto diverse, ma accomunate dal fatto di essere riuscite a portare al mondo contributi importanti. La maggior parte di loro sono partite da esperienze di svantaggio o di discriminazione, per poi fiorire e realizzare qualcosa di grande”.
La gratitudine per quei momenti impagabili è così tanta, che le “signore” scelgono di rispondere al dono con un altro dono: decidono di leggere a quella bimba dei racconti. Nulla di più semplice, nulla di più naturale nella gratuità di un dono che diventa relazione e reciprocità. “La sorpresa apre ad un’altra sorpresa, la reciprocità alimenta reciprocità – evidenzia Di Piazza -. Le “signore” si sentono chiamate a rispondere, leggendo a loro volta a Celeste storie di donne che possono diventare un modello positivo”. Nasce, così, un impegno costruttivo per le “signore” che ricercano i personaggi, i contenuti, rivedono le storie e le recitano più volte nell’arco della settimana insieme agli operatori.
Sono storie rielaborate e riscritte, che partono da “quello che a loro era rimasto più dentro tra quelle lette da noi – prosegue Elisa -, oppure scritte dal principio con l’aiuto degli operatori della comunità”. E Celeste, che prima si dilettava nel disegnare arcobaleni, diventa la ritrattista ufficiale, perché ogni settimana trasforma la storia ascoltata in un disegno della protagonista, che dopo qualche giorno raggiunge le “signore”, che ormai lei sente anche un po’ sue. Le donne alle quali le storie sono dedicate sono: Alda Merini, Anna Politkovskaja, Marie Curie, Jane Goodall, Miriam Makeba, Frida Kahlo, Astrid Lindgren, Alicia Alonso, Rita Levi Montalcini, Malala Yousafzai, Margherita Hack, Nina Simone, Evita Peron, Mary Edwards Walker, Maria Montessori, Irena Sendlerowa, Rigoberta Menchù, Samantha Cristoforetti, Amna Al Haddad, Maria Teresa di Calcutta, Florence Nightingale, Coco Chanel, Giovanna D’Arco, Maria Callas, Michelle Obama.
“A me pare che questa vicenda, conosciuta da poche persone, sia grandezza – evidenzia ancora Di Piazza – perché mette insieme le persone, i sentimenti profondi, l’intuizione e l’immaginazione, la volontà di metterli in atto. È grandezza, soprattutto, perché evidenzia le dimensioni fondamentali e costitutiva della vita di noi tutte e tutti: le relazioni, l’amore, l’amicizia, il riconoscimento reciproco, il prendere a cuore, il prendersi cura”.
Ma non finisce qui. Siccome, a volte, da cosa nasce cosa, quei racconti e quei ritratti sono oggi un libro, “È possibile anche quando sembra impossibile”, con introduzione di Elisa Trevisani e prefazione di Pierluigi Di Piazza, curato e stampato con il contributo degli operatori, che si sono autofinanziati affinché il piccolo libro potesse diventare dono per le persone care, proprio per quella reciprocità e gratitudine ricevute. “I disegni in copertina e l’impaginazione grafica di Valentina sono il simbolo di un percorso che ha un cuore (Mettiamoci il cuore e andrà tutto bene), condiviso con Celeste, Martina, Samuel, Valentina e Alessandro che hanno disegnato per noi – ricorda Trevisani – un messaggio importante, ad accompagnare i colori dell’arcobaleno che ha dipinto le infinite finestre nel tempo sospeso della quarantena”.
Il lieto fine, o lieto inizio, sta nel percorso di semplice reciprocità avviato da Celeste, tanto che “viene spontanea l’associazione ai cerchi concentrici – conclude Di Piazza – che si allargano in successione, a partire da un sasso che muove la superficie d’acqua”. A Calicantus stanno già raccogliendo – gli operatori e le “signore” con Celeste ed Elisa – i materiali per il secondo libro, la seconda fase del progetto è attualmente in corso, e stanno già progettando il terzo. “Quest’esperienza testimonia – chiosa – che è possibile, anche quando sembrerebbe impossibile”.