Lettera di nove sindaci, da Palmanova a Ruda.
“Abbiamo appreso come un fulmine a ciel sereno la notizia delle dimissioni del direttore di Net Spa, Massimo Fuccaro. Ci dispiace perché con lui ci sono sempre stati rapporti trasparenti ed efficaci”.
La polemica nata dopo le dimissioni di Fuccaro dalla Net varcano i confini del capoluogo friulano per arrivare anche in quei Comuni dove l’azienda gestisce il sistema di raccolta dei rifiuti. Così anche a Palmanova e in altri 8 Comuni della Bassa che hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera.
“Quello che più preoccupa – scrivono i primi cittadini di Palmanova, Bagnaria Arsa, Aiello del Friuli, Cervignano del Friuli, Ruda, Chiopris Viscone, Fiumicello Villa Vicentina, Terzo d’Aquileia e Torviscosa – è la motivazione che traspare dietro la sua decisione, ovvero il suo mancato coinvolgimento nelle decisioni strategiche future dell’azienda. La risposta del presidente di Net non poteva chiaramente avere toni diversi nell’assicurare che tutto andrà avanti come sempre. Crediamo che 18 anni di direzione, sotto diverse amministrazioni, non si cancellino con un colpo di spugna. Servono scelte rapide e adeguate alla particolare situazione che si è venuta a creare in seno alla complessa governance dell’azienda”.
I comuni della Bassa Friulana ex Csr, società incorporata nella Net, hanno vissuto con “particolare preoccupazione – scrivono i sindaci – la sofferta operazione di fusione per incorporazione nel 2011. In questi anni hanno chiesto e ottenuto attenzione per un ampio territorio abituato a gestire in autonomia il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, sebbene essi detengano tutti assieme una percentuale di minoranza del capitale sociale. Sappiamo tutti che l’elezione dell’attuale Cda e del nuovo presidente non ha trovato unanime consenso di tutti i comuni della Bassa Friulana e questa è stata una novità rispetto al passato. Un fatto che ha destato più di una preoccupazione per il futuro. L’uscita di Fuccaro, che rappresentava la continuità nell’azione aziendale e un riferimento per gli amministratori, certamente non ci tranquillizza”.
A tutto questo, i sindaci della Bassa richiamano l’attenzione sulla composizione e sulla presidenza dell’organismo di controllo analogo che “andavano e vanno rinnovati al più presto – scrivono –. Un organismo fondamentale in quanto delegato a rappresentare gli interessi dei comuni soci. Se fatto funzionare a dovere, nelle società in house, partecipa alle decisioni strategiche, fa proposte, controlla e, soprattutto, informa i comuni soci. Il Controllo Analogo, in questa situazione, dove il solo comune di Udine ha il 63% del capitale sociale, deve avere ancora più valore e più forza per evitare che al centro dell’attenzione dell’attività del Cda prevalgano gli interessi del solo socio di maggioranza rispetto a quelli di tanti comuni soci i quali. Diversamente da Udine – concludono i sindaci –, gli altri Comuni hanno ognuno una piccola partecipazione, non sono giornalmente in contatto con la dirigenza della società e diventano più deboli quando non sono informati e non riescono a mettersi tutti d’accordo sulle decisioni importanti per il futuro della società, con il pericolo di ricadute che ci potranno essere sulla qualità ed efficienza del sevizio alle comunità interessate”.