A Palmanova 50 scatti di donne che frequentano la scuola di fotografia del campo profughi di Diavata.
Palmanova dà voce alle donne del campo profughi di Diavata (Grecia) con una mostra che espone 50 scatti della scuola di fotografia condotta dal friulano Mattia Bidoli e che avrà luogo dal 4 dicembre all’8 gennaio nella polveriera Garzoni. Donne a cui hanno strappato la voce, in bilico tra passato e futuro, tra crudeltà e speranza, aggrappate al presente attraverso una macchina fotografica.
La mostra s’intitola “They took away our voice. So we will tell our story through pictures instead” (Si sono presi la nostra voce. Allora noi racconteremo la nostra storia con le immagini) e raccoglie oltre cinquanta scatti di donne che frequentano la scuola di fotografia del campo profughi di Diavata. La “Photography School” nasce nel nord della Grecia nel novembre del 2020, tra le mura di Casa Base, spazio sicuro creato dall’Ong QRT (Quick Response Team) per la popolazione femminile del campo profughi di Diavata, che si trova a nord di Salonicco.
“All’interno della struttura – spiega Bidoli, tutor del progetto – abbiamo creato un’aula di fotografia dove le ragazze e le donne possano sentirsi al sicuro e libere di esprimersi. Fotografare è un mezzo per creare una relazione, per guardare agli altri e il mondo in modo personale, intimo, ti stimola a esplorare, a conoscere e conoscerti. Ti insegna a non avere paura. La fotografia – commenta ancora Bidoli – è in grado di cambiarti, sia che tu stia da una parte o dall’altra dell’obiettivo. Alcune foto hanno il potere di evocare contenuti emotivi, pensieri e significati dei quali alle volte non si è consapevoli a un primo sguardo”.
“Non c’è altro modo che la conoscenza per affrontare il complesso fenomeno globale delle migrazioni. Gli effetti di quest’ultime si riversano sulla nostra società europea che stenta a dotarsi degli strumenti necessari a comprendere e risolvere. Queste immagini hanno il pregio di ricordarci con la forza del loro dirompente impatto visivo che dietro la parola “migrante” c’è una persona con un volto, una storia, una speranza di vita legittima come la nostra. Per questo, oggi più che mai, l’amministrazione comunale di Palmanova ha fortemente voluto e sostenuto questo progetto. Ringrazio il Circolo fotografico, Mattia Bidoli e tutte le donne che hanno voluto portare nella città Unesco questa testimonianza”, è il commento dell’assessore alla Cultura del comune di Palmanova, Silvia Savi.
Il Circolo Fotografico Palmarino ospita la mostra “They took away our voice” nell’ambito della settima edizione del suo annuale Photo Show “Palmanova Fotografia”. “Si tratta di un progetto – continua Savi – nato l’8 novembre 2021, quando Mattia e alcune delle sue allieve fotografe sono state nostre ospiti in diretta web da Diavata, e ci siamo subito resi conto che bisognava far conoscere a tutti quei volti, quelle voci e quelle storie. Portare quella loro fortissima preghiera per immagini in una “città fortezza” chiusa da alte mura, com’è chiuso da recinto e mura il campo profughi di Diavata, ci è sembrato un gesto fortemente simbolico: nessun muro di pietra è davvero invalicabile, sono più difficili da abbattere i muri costruiti dall’uomo nei confronti del prossimo. Auspichiamo che il messaggio positivo di questa mostra venga accolto e possa aprire una breccia nel cuore degli uomini”.
Le ragazze e donne della scuola di fotografia.
Dal 2020 ad oggi sono più di 40 le ragazze e donne del campo di età compresa dai 10 ai 34 anni che hanno preso parte alla scuola di fotografia. Provengono da Afghanistan, Iran, Kurdistan, Iraq, Siria ed hanno alle spalle storie di oppressione, di paura, di dolore, ma anche di speranza e riscatto. Queste donne, con le loro opere fotografiche, hanno all’attivo diverse mostre in Europa e collaborazioni di prestigio anche con l’Agenzia Onu per i rifugiati (UNHCR), Medici Senza Frontiere, Art 4 Humanity e diverse realtà.
I loro lavori sono apparsi su diversi quotidiani e magazine internazionali (CNN, il Venerdì di Repubblica) e le foto si sono aggiudicate diversi premi e i riconoscimenti tra cui il “Single Shot” Festival della fotografia etica; il World Peace Photo Award; il First prize photography “Champion of Equality; il secondo posto a “Roma Fotografia”. L’esposizione è stata ideata dal Circolo Fotografico Palmarino, in collaborazione con le associazioni Quick Response Team e Naomi e con il sostegno del Comune di Palmanova.