L’intitolazione della sala al prefetto di ferro Cesare Mori.
A Cesare Mori, che si guadagnò l’appellativo di “prefetto di ferro” per i metodi utilizzati nella lotta alla mafia nel periodo di servizio in Sicilia, Pagnacco ha intitolata la sala giunta del suo Municipio, che, non a caso, trova sede proprio a Villa Mori, dove l’uomo di Stato visse per diversi anni.
“È un momento importante e significativo per la comunità di Pagnacco, che oggi può inaugurare ufficialmente la nuova casa municipale e dedicare la sala della Giunta al prefetto Mori, proprio nella villa dove visse per alcuni anni con la moglie prima della morte avvenuta nel 1942″ ha commentato l’assessore regionale Barbara Zilli.
“Una location suggestiva dove si può respirare la storia e riviverla, anche attraverso il contributo del Consorzio di bonifica della pianura friulana che ha donato al Comune il mobilio originale utilizzato dal prefetto Mori – ha continuato -. Questa atmosfera densa di impegno, di volontà, di responsabilità, sia da guida per il sindaco Laura Sandruvi, per la sua Giunta e per il Consiglio tutto, affinché l’integrità di Mori, accanto alla sua capacità e lungimiranza, siano di
ispirazione per la gestione della quotidianità di oggi, fatta sempre di nuove sfide”.
Il “prefetto di ferro” fu inviato a Udine nel 1929 e, in poco meno di un quindicennio, seppe realizzare un’imponente serie di opere pubbliche, tra cui spiccano la bonifica della Bassa friulana e l’acquedotto in Istria. Interventi di assoluto rilievo soprattutto se rapportati ai mezzi operativi a disposizione, alle vastità delle zone di intervento, alle criticità da rimuovere e alla concomitanza temporale delle imprese.
Per la ristrutturazione di Villa Mori, edificio risalente alla fine dell’800 e che ora ospita gli uffici comunali, la Regione ha contribuito con uno stanziamento di 800mila euro. L’assessore Zilli ha ricordato la figura di Cesare Primo Mori come “un esempio che indica, oggi come domani, il riferimento virtuoso dello spirito di servizio, quello a cui tutti noi amministratori siamo chiamati. La sua esperienza in Friuli e in Istria rappresentò un salto in avanti di civiltà e sviluppo straordinari per l’epoca”.