Restaurato l’altare di San’Antonio nella chiesa di Lavariano. L’opera di restauro dell’altare di Sant’Antonio è stata curata per oltre quattro mesi dalla restauratrice Francesca Fontana, coadiuvata dall’architetto Marco Botto, e si è potuta realizzare grazie alla generosità di una finanziatrice privata che ha dedicato la riqualificazione alla memoria dei suoi cari, Fides e Dino Bernardis. L’altare è stato riservato al Santo di Padova in occasione del voto contro il colera nel 1855, ma era già segno di una devozione precedente, tanto da essere stato provvisto di pala nel 1740.
Dopo la benedizione, durante l’inaugurazione, che si è tenuta nel contesto della tradizionale festa del “Perdonut”, il parroco don Giuseppe Fainutti ha ricordato lo sforzo della benefattrice e il lavoro di tutti coloro che hanno reso possibile un restauro così complesso, evidenziando come il recupero sia una riconoscenza, una continuità storica e una speranza verso il futuro.
“È fondamentale poter fare affidamento sulla sensibilità e sulla generosità di cittadini pronti a salvaguardare e tutelare il patrimonio della propria comunità. All’estero nessuno può vantare una ricchezza artistica pari a quella italiana e quindi si comprende bene l’importanza che rivestono quei cittadini che, scegliendo di investire sull’arte e sulla storia del proprio paese, trasmettono l’amore per questi valori alle nuove generazioni. Scelte che si contrappongono in maniera netta e decisa alle scene a cui assistiamo di danneggiamento del patrimonio artistico da parte di coloro che, invece, mostrano grande ignoranza nell’agire”, ha commentato il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, intervenuto all’inaugurazione dell’altare.