Centrale A2A di Monfalcone, ok alla riconversione. Ma la sindaca Cisint non ci sta

La sindaca di Monfalcone contraria alla riconversione della centrale.

I ministeri della Transizione ecologica, guidato da Roberto Cingolani, e quello della Cultura, con a capo il ministro Dario Franceschini hanno dato il via libera al progetto di riconversione a gas metano della centrale termoelettrica A2A di Monfalcone.

La notizia sul “giudizio positivo di compatibilità ambientale” espresso dai due dicasteri non fa in tempo ad arrivare che già il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, si scaglia contro la decisione che vede “l’amministrazione comunale – denuncia – contraria. Questo provvedimento – continua Cisint – non sposta minimamente la posizione del Comune che si basa su solide motivazioni di sostenibilità, economiche e sociali. Ribadisco che da tutti i punti di vista questo investimento di A2A non rappresenta alcun valore aggiunto per il nostro territorio e costituisce soprattutto un vantaggio, legittimo, di carattere finanziario per chi lo propone”.

Altro che green.

La sindaca spiega anche i motivi della sua contrarietà e di quella dell’amministrazione da lei guidata. “L’impianto – chiarisce – avrà una potenza praticamente tripla di quello attuale e tripla sarà anche la produzione di Co2, la cui riduzione è uno degli obiettivi fondamentali su cui è impegnata tutta l’Europa. Altro che economia green – attacca Cisint –, si va in senso contrario con l’impegno a promuovere le energie alternative e non più quelle fossili. Poi la situazione sanitaria che ribadisco non è tra le più floride. Sotto il profilo occupazionale come abbiamo già verificato una centrale così potrà impiegare non più di una trentina di professionisti. Noi abbiamo proposto una alternativa con la valorizzazione della portualità e della nautica oltre ad un centro di eccellenza per lo studio dell’idrogeno. Ma il reimpiego alternativo delle aree in cui oggi c’è la centrale, è assolutamente attuale è la valutazione di impatto ambientale non scalfisce questo obiettivo perché questi settori sono un volano per lo sviluppo e per nuovi, numerosi e qualificati posti di lavoro”.

“È bene sapere però che la decisione sul Via presa dai ministri, non significa prossimo inizio dei lavori – conclude Cisint – , basti considerare quanto è successo con l’escavo portuale, dove il Via è stato concesso 7 anni fa e le opere devono ancora iniziare. Ora approfondiremo il documento e vedremo quali prescrizioni e misure sono previste, atte a prevenire gli impatti. Per quanto ci riguarda rimangono attivi tutti i presupposti negativi che rendono inaccettabile l’impianto proposto.