Il Comune di Monfalcone nega a Iliad l’autorizzazione a installare un impianto in viale San Marco
Nuovo ricorso al Tar per il Comune di Monfalcone, che si è costituito in giudizio nel procedimento avviato da Iliad dopo che l’amministrazione aveva negato l’autorizzazione all’installazione di infrastrutture per la telefonia mobile in città.
Una vicenda che parte alla fine del 2023, con la richiesta dell’operatore al Comune per un impianto di telefonia mobile su un edificio in viale San Marco; autorizzazione negata poiché la procedura avviata non risultava conforme alla normativa vigente in regione, come già del resto stabilito dallo stesso Tar in un altro ricorso della stessa Iliad vinto dal Comune.
La società ha, quindi, presentato ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del diniego del Comune, appellandosi alla legge nazionale e scavalcando così la normativa regionale e il Regolamento comunale per la localizzazione degli impianti della telefonia mobile.
L’operatore punta sul silenzio-assenso
Il Comune aveva rigettato l’istanza di Iliad perché mancavano documenti essenziali, come la Scia e l’asseverazione tecnica richiesta dalla legge regionale e perché non erano state neppure rispettate le norme comunali sulla localizzazione degli impianti. Iliad ha sostenuto che il silenzio-assenso previsto dalla normativa nazionale avrebbe dovuto approvare automaticamente la loro richiesta dopo 60 giorni senza ricevere risposta negativa, mentre il Comune, dal canto suo, sostiene il diniego per la mancanza di documentazione essenziale all’accoglimento.
Inoltre, il silenzio-assenso, previsto per l’autorizzazione all’installazione di impianti di telecomunicazioni, è escluso se la domanda presentata è incompleta e non consente alla Pubblica Amministrazione una compiuta valutazione.
Per Cisint la costituzione in giudizio è un atto dovuto
“La costituzione in giudizio rappresenta un atto dovuto“, specifica il sindaco, Anna Maria Cisint. “Il gestore telefonico ricorre, infatti, al Tar contro il nostro diniego appellandosi a una legge nazionale, tentando così di scavalcare le normative regionali e il nostro Regolamento sulla telefonia mobile“.
“Lo stesso Tar regionale si è già espresso sul tema in un caso analogo riguardante il nostro Comune, evidenziando che la Regione Friuli Venezia Giulia è a Statuto Speciale, possiede proprie norme già passate indenni al vaglio della Corte Costituzionale, sia in tema di edilizia – sostanziale, nel caso specifico, trattandosi di erigere una nuova struttura avente rilevanza edilizia – che di installazione di infrastrutture di telefonia mobile”.
“La sentenza risalente a gennaio 2023 su ricorso proposto da parte della stessa società Iliad, evidenzia che la SCIA, integrata di una relazione tecnica sottoscritta e asseverata da un tecnico abilitato che attesti il rispetto delle previsioni del Regolamento comunale, costituisce l’atto abilitativo necessario per ottenere l’autorizzazione. La società, inoltre, non ha dimostrato che il sito individuato risultasse indispensabile per il funzionamento della rete e che non vi fossero alternative in aree preferenziali, così come individuate dal nostro regolamento comunale”, spiega ancora Cisint.
“A seguito dell’istruttoria effettuata dai nostri uffici, si è ritenuto che la procedura avviata da Iliad non fosse corretta e che la pratica fosse da ritenersi non accoglibile, inviando alla società richiedente un preavviso di diniego. Abbiamo rispettato le normative vigenti, nell’interesse della nostra comunità”, conclude Cisint.
La giunta comunale, con apposita delibera approvata questa settimana, ha individuato l’avvocato Teresa Billiani quale legale che difenderà il Comune davanti al Tar.