Monfalcone città dello sport: il Comune vuole chiudere il ‘caso cricket’

Cisint: “No a rivendicazioni ideologiche. In città mancano spazi e risorse per nuovi impianti”

Monfalcone prova a chiudere le polemiche sul ‘caso cricket’. Un’ampia panoramica sulla situazione dello sport in città è stata tracciata dall’assessore ai Lavori Pubblici e già sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, e dall’assessore allo Sport, Fabio Banello.

“Il Comune di Monfalcone – ricordano gli amministratori – ha investito e continua ad investire nello sport mettendo a disposizione molte risorse, perché riteniamo che lo sport rappresenti un motore di crescita e aggregazione, dimostrando una chiara visione per migliorare le infrastrutture sportive e, parallelamente, la qualità della vita della comunità. Oltre ai contributi che costantemente eroghiamo alle società sportive, abbiamo stanziato circa 10 milioni di euro per la riqualificazione e la manutenzione degli impianti“.

Dieci milioni di investimenti

Tra gli interventi principali rientrano la riqualificazione del campo Boito con una spesa di 2.137.920 euro per manutenzioni, demolizione e ristrutturazione tribuna, efficientamento energetico, illuminazione, erba sintetica e sistemazioni esterne; 785.175,32 euro sono stati investiti per il Palapaliaga per la realizzazione di spogliatoi e tribuna e per la messa a norma e efficientamento energetico, 557.000 euro per il campo Cosulich per manutenzioni, l’efficientamento energetico con nuovo impianto di illuminazione e per la zollatura del prato, 800.000 euro per il centro sportivo che sorgerà a Largo Isonzo. “Ogni decisione – spiega Cisint – è stata presa seguendo il principio del rapporto costi-benefici, con contatti costanti tra istituzioni e associazioni sportive per valutare le esigenze concrete”.

“A Monfalcone il cricket non è vietato”

“Stupisce e amareggia sapere che alcuni giornalisti, fomentati dalla sinistra locale, continuino a diffondere notizie false, per questo ritengo doveroso fare chiarezza. Non è vero che a Monfalcone il cricket è vietato“, prosegue Cisint. “Non si possono praticare sport che possano arrecare danni a persone e cose in aree pubbliche e i danni già provocati in passato – e mai rimborsati – da chi praticava il cricket in aree pubbliche sono fatti concreti“.

“Inoltre, abbiamo avuto modo di appurare che attualmente a Monfalcone non esiste alcuna associazione di cricket accreditata alla Consulta dello Sport. Pur essendo riusciti a catalizzare sulla città investimenti importanti, le risorse economiche sono limitate, e non possiamo chiedere ulteriori sforzi ai cittadini per sostenere un’esigenza che coinvolge un numero esiguo di persone come la costruzione ex novo di un campo per la pratica del cricket”.

No a rivendicazioni ideologiche

“Gli impianti sportivi -incalza ancora Cisint – devono rispondere ai reali bisogni della comunità, non a rivendicazioni ideologiche. Per fare chiarezza anche in merito alla Festa dello Sport 2018 durante la quale non è stato possibile organizzare una partita di cricket in piazza poiché i promotori erano privi di qualsiasi copertura assicurativa. Cosa sarebbe successo se una pallina avesse colpito una persona?”.

“Abbiamo, inoltre, appreso che esiste già un progetto del 2019 per la costruzione di un campo da cricket all’interno di un’area sportiva a Staranzano, con un investimento stimato di oltre 2 milioni di euro su un’area già individuata e disponibile. Tuttavia, il progetto non è mai stato portato avanti, nonostante la presentazione del progetto fosse stata fatta anche alla presenza del presidente nazionale della Federazione Cricket, che adesso rivendica un campo a Monfalcone o l’utilizzo di aree destinate ad altri sport, senza tenere conto delle palesi incompatibilità“, incalza ancora Cisint.

“Perché ora si vuole far ricadere la responsabilità su Monfalcone, che ha di fatto carenza di spazi disponibili? Invitiamo coloro che sono interessati a questo sport a cercare soluzioni alternative, magari coinvolgendo realtà locali come Fincantieri per sostenere la realizzazione di un impianto a norma e sicuro per tutti”.

Servono spazi idonei

All’assessore Cisint fa eco l’assessore Banello, che specifica: “Giocare a cricket richiede un’area più grande di un campo da calcio e, come anche confermato dai gestori degli impianti, non è possibile utilizzare le altre strutture, perché verrebbe irrimediabilmente compromesso il manto erboso“.

“Abbiamo sempre investito con cognizione di causa, evitando decisioni dettate da ideologie. Se avessi a disposizione ulteriori risorse – conclude Cisint – darei la priorità alla riqualificazione della piscina e del campo di rugby della Marcelliana. Il nostro impegno è sempre stato volto a migliorare ciò che già abbiamo, come dimostrano i numerosi interventi già realizzati. E’ vergognoso che io sia stata accusata per questioni che non ho mai sostenuto, e mi aspetto le scuse da chi ha diffuso e sostenuto notizie false, fomentando odio nei miei confronti per aver difeso gli interessi della comunità”.