Il ricordo di Monfalcone.
Una giovane donna, brutalmente assassinata per essere italiana. È la triste storia di Norma Cossetto, diventata simbolo della tragedia che si è consumata settantanove anni fa e che ha colpito Istria, Fiume, Dalmazia e la stessa città di Monfalcone.
Il Comune di Monfalcone, anche quest’anno, ha ricordato solennemente Norma Cossetto con la cerimonia “Una rosa per Norma. Una scelta d’amore”, che si è svolta mercoledì pomeriggio presso il Monumento ai Caduti di Via Fratelli Rosselli.
“Ricordiamo Norma con l’omaggio che le è dovuto e perché nel suo nome possiamo riattaccare nel grande libro della Storia d’Italia le pagine strappate con le vicende degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia infoibati o costretti – per rimanere italiani – all’esodo – ha dichiarato il sindaco Anna Maria Cisint intervenendo alla cerimonia – . La nostra Città è orgogliosa di essere parte delle tante comunità e delle tante città che non intendono dimenticare e vogliono salvaguardare e trasmettere le testimonianze, le emozioni, le voci di chi porta nel cuore, assieme ai dolori di quel tempo, anche la memoria dell’amor di patria delle nostre genti”.
“La storia di Norma Cossetto, che sognava un futuro felice nella sua Istria, è tutta qui, nell’immensità di una tragedia collettiva della nostra storia che coinvolge direttamente anche la nostra Città, che nei 40 giorni di occupazione delle truppe titine, vide scomparire decine di concittadini che oggi possiamo definire con il giusto nome di patrioti – prosegue il sindaco – . Per questo l’impegno a ricordare Norma Cossetto significa avere memoria di fatti che, in altro modo e per altri versi, hanno segnato anche il nostro territorio nelle vicende più dure del Novecento. Ecco perché questa ricorrenza assume così tanti significati: serve per sottolineare la nostra condivisione dei suoi ideali e del suo impegno patriottico. Proprio per trasmettere alle nostre generazioni e a quelle che verranno il senso positivo del futuro, dobbiamo riaffermare la consapevolezza che l’arma della memoria è il più valido antidoto all’imbarbarimento”.
“Per questo siamo qui a testimoniare questa figura di donna esemplare e a ripeterci fra noi che ancor oggi, pur a distanza di tanto tempo, questi fatti feriscono le nostre coscienze, reclamano di non essere rimossi e ci insegnano l’importanza della nostra appartenenza alla nostra patria, all’Italia. È questo il nostro omaggio a Norma Cossetto e a tutte le altre vittime di quella infausta stagione”, conclude il sindaco Cisint.
Chi era Norma Cossetto.
Norma Cossetto venne seviziata e assassinata dai partigiani comunisti di Tito nel tragico autunno del 1943.
Era nata a Santa Domenica di Visinada, aveva 24 anni e stava preparando la tesi di laurea dedicata alla sua Istria – che avrebbe dovuto discutere a Padova – quando sopravvenne l’armistizio dell’8 settembre 1943 che, nelle zone del confine orientale come la nostra, fu l’inizio di un’azione mirata di persecuzione nei confronti degli italiani.
Il padre di Norma era un proprietario terriero che aveva ricoperto il ruolo di podestà di Visinada e commissario governativo delle Casse Rurali e, assieme alla famiglia, finì subito nel mirino dei partigiani.
Il 26 settembre 1943 Norma Cossetto venne arrestata e rinchiusa nella scuola di Antignana, dove cominciò l’inferno a cui fu sottoposta con le altre donne arrestate assieme a lei. Tutte vennero violentate e Norma, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943, venne gettata viva nella foiba di Villa Surani.
Il 10 dicembre 1943 i Vigili del Fuoco di Pola recuperarono la sua salma, che giaceva su un cumulo di altri cadaveri aggrovigliati. Anche il padre Giuseppe fu barbaramente ucciso da un partigiano a cui aveva salvato la vita pochi mesi prima e il suo corpo venne infoibato.
Nel 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì la Medaglia d’Oro ad memoriam a Norma Cossetto, squarciando il velo sulla tragedia delle foibe oscurata per tanti decenni.