Monfalcone, la Polizia locale pronta alla sperimentazione del taser

Approda in Consiglio comunale il regolamento per l’utilizzo del taser da parte degli agenti

Il Comune di Monfalcone è pronto a dotare la Polizia locale del taser, strumento che sfrutta gli impulsi elettrici per fermare potenziali aggressioni. La sperimentazione – spiegano dall’amministrazione – inizierà con due armi, che saranno assegnate ad altrettanti agenti di pubblica sicurezza.

L’articolo 1 del Regolamento, presentato in III Commissione consiliare, che accompagna la relativa delibera – che sarà presentata nel Consiglio comunale di lunedì 30 settembre – fissa chiaramente i termini e i limiti dell’introduzione di questo strumento antiaggressione sempre più utilizzato dalle forze dell’ordine e dalla Polizia locale di molti Comuni.

Progetto Monfalcone Città Sicura

La decisione di adottare il taser è stata valutata dalla giunta su proposta del vice sindaco reggente e assessore alla Sicurezza Antonio Garritani e dell’assessore al Personale Anna Maria Cisint, dopo un confronto con il personale, e vuole rappresentare un ausilio integrativo rispetto agli investimenti del progetto Monfalcone Città Sicura, basati sulla rete di videosorveglianza, sul rafforzamento dell’organico e sul coordinamento con le diverse autorità pubbliche.

La disciplina legislativa in materia è piuttosto articolata. Punto di partenza è il programma di formazione del personale. L’utilizzo deve essere l’estremo mezzo per rendere innocui soggetti estremamente agitati e aggressivi, muniti di armi o oggetti che possono costituire un grave pericolo per l’incolumità pubblica e degli agenti operanti.

Funzione deterrente e di tutela dell’incolumità degli agenti

Cisint e Garritani hanno sottolineato il fatto che “il taser ha funzione deterrente e di tutela dell’incolumità dei nostri agenti. La decisione di utilizzare l’arma deve considerare il contesto dell’intervento e i rischi associati con la caduta della persona. In particolare dovrà essere evitata in presenza di gradini o altri elementi spigolosi o acuminati e, in ogni caso, non potrà essere usata nei confronti di soggetti in evidente stato di gravidanza o di disabilità motoria nonché nei confronti di soggetti che dichiarino chiaramente di essere portatori di pace maker o similari”.

Con questo atto, una volta approvato dal Consiglio comunale, partirà, dunque, un periodo di sperimentazione, preceduto da una formazione del personale coinvolto, che durerà sei mesi, con operatori individuati fra coloro che si saranno volontariamente resi disponibili.