Multato un negozio a Monfalcone.
La Polizia locale di Monfalcone, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della Sezione Igiene degli Alimenti di origine animale di Asugi, ha avviato nuovi interventi a tutela della salute pubblica e per garantire una concorrenza equa tra le attività commerciali: nei giorni scorsi, un’operazione congiunta ha portato alla verifica di un negozio di alimentari e macelleria gestito da una cittadina di origine bengalese, evidenziando numerose irregolarità igieniche e amministrative; il punto vendita è stato sanzionato.
Durante l’ispezione, le autorità hanno riscontrato condizioni di scarsa igiene, l’assenza di tracciabilità per alcuni prodotti ortofrutticoli, e diverse etichette che non rispettavano le normative italiane, in alcuni casi presentando informazioni non veritiere o in lingua non italiana. In particolare, è stato rilevato che le carni vendute non riportavano le informazioni obbligatorie per il consumatore, previste dalla legge.
Antonio Garritani, vicesindaco reggente di Monfalcone, ha commentato l’operazione: “La collaborazione costante tra Polizia locale e Azienda sanitaria è cruciale per proteggere i consumatori e supportare i commercianti che rispettano le norme igienico-sanitarie italiane. Non possiamo tollerare che la salute dei cittadini sia messa a rischio da prodotti mal conservati, privi di etichettature in lingua italiana o non tracciati”
“La tracciabilità non è un semplice adempimento burocratico – ha continuato -, ma un pilastro fondamentale per la sicurezza alimentare. Grazie a un sistema di documentazione accurato, è possibile rintracciare l’origine e le caratteristiche del cibo, consentendone il ritiro tempestivo dal mercato qualora si riscontrassero problemi di qualità o sicurezza. Ringrazio tutto il personale coinvolto in questo tipo di controlli, fondamentali per garantire la salute pubblica e la concorrenza leale tra imprese”.
La normativa italiana prevede che tutti i prodotti agroalimentari, inclusi quelli di importazione, siano tracciabili e adeguatamente etichettati in lingua italiana, coinvolgendo ogni anello della filiera produttiva e distributiva. A seguito delle irregolarità emerse, è stato disposto il fermo amministrativo della merce e sono state inflitte sanzioni per un totale di circa 9.500 euro.