Riparato il Gesù bambino di Monfalcone distrutto la notte di Capodanno.
Riconsegnata a Monfalcone la statuetta del Gesù Bambino andato distrutto a cavallo dell’anno nuovo, mentre era esposto nel presepe di piazza della Repubblica. Francesca Salcioli, artista e insegnante di Belle Arti, si è offerta per ricostruire gratuitamente la statuetta, che oggi “ha un valore in più”.
“Il Gesù Bambino torna a Monfalcone con una vita nuova – le parole del sindaco Anna Maria Cisint – nobilitata dal passato. Ringrazio Francesca che in maniera magistrale ha donato un nuovo significato alla statuetta che, dal prossimo Natale, sarà sempre esposta nel presepe di piazza della Repubblica. In questo modo doniamo alla collettività l’esperienza del nostro Gesù Bambino”.
Anche le ferite diventano arte.
Le ferite non sono scomparse, ma sono state enfatizzate: i pezzi di ceramica rotti si uniscono sul volto e sul corpo del Gesù Bambino tramite un filo d’oro che mostra le crepe originali. “Una tecnica di restauro ideata dai ceramisti giapponesi – spiega l’artista – volta a non nascondere la ferita ma piuttosto a nobilitarla. Alle volte – continua – nascondere il dolore non è la scelta migliore. Va piuttosto accettato, esposto, e diventa così arte anch’esso”.
La natività racchiude inoltre un “segreto”: durante il restauro della statuetta è stato inserito al suo interno un papiro creato con il petardo che l’ha fatta esplodere contenente delle fotografie di Monfalcone, “così nessun pezzo è andato perso”.
L’arte Kintsugi.
“La rabbia fatta arte – conclude l’assessore Luca Fasan – con una tecnica che passa dal restauro conservativo a quello integrativo. Valorizziamo la ferita e la storia di un simbolo tanto importante per noi, nella promessa di una seconda vita”.
La tecnica utilizzata è quella del kintsugi o kintsukuroi, letteralmente “riparare con l’oro”: una tecnica di restauro ideata alla fine del 1400 da ceramisti giapponesi. Le linee di rottura sono lasciate visibili, evidenziate con polvere d’oro. Gli oggetti in ceramica riparati con l’arte Kintsugi diventano vere opere d’arte: l’impreziosire con la polvere d’oro accentua la loro bellezza, rendendo la fragilità un punto di forza e perfezione.