Andare sull’Everest anche come messaggio di speranza per chi soffre di diabete.
C’è la voglia e il piacere di fare un viaggio, e che viaggio, con il proprio padre, ma c’è anche il desiderio di lanciare un messaggio di speranza per chi soffre di diabete e così Michele, da Monfalcone è partito alla volta dell’Everest, assieme al papà Franco.
Michele, infatti, convive con questa malattia da quasi 40 anni e ha quindi pensato non di sfidare se stesso, ma che un’avventura del genere potrebbe essere d’ispirazione per altri giovani diabetici, per seguire i loro sogni anche se considerati impossibili.
Franco, invece, che ora ha 80 anni, in Nepal c’è già stato: negli anni ’90 aveva partecipato a due spedizione di ricerca scientifica proprio sull’Everest, per studiare come il corpo reagisce e si adatta all’altitudine. Partiti venerdì scorso, dopo mesi di allenamento, ora li attende un trekking d’alta quota per raggiungere i 5.300 metri di altezza del campo base, assieme. Senza ansie da prestazione o medaglie da conquistare, ma solo col piacere di condividere un’avventura tra papà e figlio.
Prima della partenza, i due sono stati ricevuti sia dall’amministrazione di San Pier d’Isonzo, sia da quella di Monfalcone, che hanno consegnato loro gli stemmi dei rispettivi Comuni, da portare fino nel cuore dell’Himalaya.