L’iniziativa dopo la ripartenza della centrale termoelettrica a carbone di Monfalcone.
Il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ponendo massima attenzione al problema dell’aumento esponenziale dei costi delle bollette e preoccupata per le conseguenze che i maggiori esborsi potranno avere sul bilancio di molte famiglie, chiede ad A2A Energia di farsi carico degli oneri relativi alle bollette dell’energia dei monfalconesi e del Comune di Monfalcone.
Un’iniziativa che nasce dalla sinergia tra i sindaci dei sette Comuni – Civitavecchia, Venezia, La Spezia, Sassari, Brindisi e Portoscuso – che hanno una centrale a carbone sui propri territori.
Nella missiva inviata ad A2A, attraverso la quale si chiede alla società che gestisce la centrale termoelettrica a carbone presente in città un incontro formale, il primo cittadino, pur prendendo atto che le attuali difficoltà del mercato energetico hanno causato la ripresa produttiva degli impianti a carbone – nonostante permangano gli obiettivi e le prescrizioni comunitarie e nazionali di decarbonizzazione dei processi produttivi – evidenza che le pesanti conseguenze di carattere ambientale e sanitario che stanno gravando sul territorio di Monfalcone sono legati a un interesse di carattere nazionale e generale e, nel contempo, consentono alla Società A2A di ricavare utili e benefici gestionali.
Ciò considerato, Cisint ritiene che si debbano stabilire le indispensabili e congrue compensazioni per i cittadini monfalconesi, penalizzati da questa decisione e costretti a convivere con fonti inquinanti, comprese quelle rumorose, che insistono in maniera insostenibile su un’area urbana delimitata fra il litorale e l’ambiente carsico.
Nella stessa direzione si stanno orientando anche altri Comuni. Infatti il sindaco di Monfalcone, accogliendo l’invito del suo omologo di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, ha comunicato di condividere l’opportunità e l’esigenza di intraprendere un’azione unitaria e coordinata fra tutti i Comuni sul cui territorio sono collocate centrali a carbone, per coinvolgere il Governo e per intraprendere ogni iniziativa utile a sensibilizzare quanto più possibile su questo tema.
Cisint spiega così le motivazioni di queste scelte: “Non possiamo restare immobili ad aspettare che la situazione cambi, soprattutto perché non è dato sapere quando rientrerà l’emergenza energetica che ci troviamo ad affrontare in questo periodo. Siamo consapevoli del fatto che la ripresa produttiva degli impianti a carbone serve a tamponare le gravi carenze che ha l’Italia nell’ambito dell’approvvigionamento energetico, ma non è giusto che siano i cittadini che hanno la sfortuna di abitare e lavorare in territori in cui sono ancora operativi questi impianti debbano pagare un prezzo particolarmente alto in termini di vivibilità.
La richiesta inoltrata ad A2A del pagamento delle bollette dell’energia dei cittadini monfalconesi credo sia un atto dovuto, che sicuramente non ripagherà i cittadini dei disagi subiti, ma l’accettazione da parte della società, nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa, sarebbe un importante segnale di collaborazione e solidarietà.
Ritengo che fare rete su questa tematica così delicata con i Comuni che condividono con noi gli stessi problemi e le medesime preoccupazioni possa essere un punto di forza per far arrivare al Governo la voce di tantissimi cittadini, preoccupati per la propria salute e per quella dei propri figli“.