Grave episodio di violenza in pronto soccorso a Monfalcone.
Nuovo episodio di violenza al pronto soccorso di Monfalcone. Un uomo già noto alle forze dell’ordine, forse alterato da stupefacenti, ha minacciato i sanitari e divelto a calci una porta.
L’aggressore, a quanto si apprende, voleva vedere una donna, probabilmente la compagna, da poco accolta in ospedale con ferite da arma da taglio che si era procurata proprio nel corso di un’accesa discussione con l’uomo, ora agli arresti domiciliari.
La denuncia arriva dai sindacati Uil Fpl e Nursind. “Non c’è sicurezza per gli operatori sanitari, in primis al pronto soccorso. Non si tratta di un servizio secondario, ma è la porta di ingresso di migliaia di utenti“, spiegano i sindacati. “I numeri di Monfalcone sono in aumento tanto che l’Isontino supera gli accessi di Cattinara“.
“Accoltellamenti, interventi importanti delle forze dell’ordine, feriti e aggressività contro sanitari, mobili e immobili”, ricordano da Uil Fpl e Nursind, evidenziando come l’aggressione registrata nella notte tra sabato 17 e domenica 18 agosto sia solo l’ultimo episodio registrato a Monfalcone dove, nei mesi scorsi, sono state divelte sbarre di sicurezza e porte, spaventati gli utenti presenti e manifestato in vari modi aggressività verso gli operatori.
Carenza di personale. E serve un presidio di Polizia
“Inoltre, non c’è stata un’adeguata risposta al numero di emergenza dedicato al pronto soccorso di Monfalcone, tant’è vero che, per fare intervenire la pattuglia della Polizia, sono state necessarie due telefonate da parte degli infermieri e questo è totalmente inaccettabile”, denunciano ancora i sindacati.
“A Monfalcone i sanitari sono la metà di quelli di Trieste e il turno è composto da un numero insufficiente di infermieri (5 per turno anche di 12 ore). Il personale non risponde solo agli interventi di pronto soccorso, ma esce in ambulanza e offre assistenza in medicina d’urgenza, reparto che registra un tasso di occupazione del 160%. I posti letto, infatti, non sono mai stati incrementati”, prosegue la nota sindacale.
Le richieste dei sindacati, pronti allo stato di agitazione
“Serve ripristinare la presenza attiva sulle 24 ore di un presidio di polizia“, chiedono i sindacati. “Poi bisogna incentivare gli operatori e adeguare il numero di medici e infermieri, ormai allo stremo, e aumentare con urgenza i posti letto della medicina d’urgenza. Chiediamo un intervento urgente: se non ci saranno risposte in tempi brevi, saremmo costretti a proclamare lo stato di agitazione“.
AsuGi collabora con le forze dell’ordine
In merito all’episodio, AsuGi – Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina informa che l’aggressione subita dal personale è stata, fortunatamente, solo di tipo verbale, anche se ha causato danni materiali a una porta che è stata divelta.
Il personale del pronto soccorso – prosegue la nota – ha prontamente chiamato le Forze dell’Ordine utilizzando la linea telefonica dedicata attiva in tutti i presidi AsuGi. L’aggressore ha lasciato l’ospedale prima dell’arrivo della Polizia. Agli agenti, l’azienda ha già fornito tutto il materiale in proprio possesso per il proseguo delle indagini.
Il personale, come previsto dal protocollo aziendale di Prevenzione della violenza a danno degli operatori, ha già provveduto alla segnalazione interna.
AsuGi vuole rassicurare la popolazione, ricordando che all’interno di tutti i pronto soccorso dell’Azienda è attivo un sistema di registrazione degli episodi di violenza e di supporto agli operatori coinvolti e che, da oltre un anno, sono attivi i protocolli linea punto-punto per le chiamate di emergenza dirette alle Forze dell’Ordine. Inoltre, per tutto il personale – ricorda ancora AsuGi – sono attivi corsi di formazione sulle tecniche di analisi del contesto, individuazione delle situazioni a rischio e tecniche di de-escalation.