La sciopero alla DL Radiators di Moimacco.
Sciopero oggi alla DL Radiators di Moimacco che ha visto i suoi 290 dipendenti incrociare le braccia per otto ore in risposta alla decisione dell’azienda di licenziare 50 lavoratori e non rinnovare i contratti atipici di altri 29, lasciando così 79 persone senza lavoro.
Preoccupazione tra i lavoratori e lavoratrici dello stabilimento produttivo con sede a Moimacco, che è di proprietà della holding della famiglia De Longhi e fu acquisito dal gruppo inglese Stelrad nel 2022. La notizia dei licenziamenti è stata accompagnata da ulteriore apprensione tra i dipendenti, in quanto l’azienda ha manifestato l’intenzione di attivare solo contratti di solidarietà della durata di sei mesi.
La decisione di tagliare i posti di lavoro, secondo l’azienda, è stata determinata da un mercato in forte contrazione, che ha portato a una significativa flessione dei volumi produttivi per la sede friulana. L’azienda sottolinea che la situazione difficile non sembra destinata a risolversi in breve tempo, gettando quindi un’ombra di incertezza sul futuro dell’azienda e dei suoi dipendenti.
Massimiliano Pozzo: “Serve un tavolo di confronto con la proprietà”.
Sulla situazione è intervenuto anche il consigliere regionale Massimiliano Pozzo (Pd), esprimendo tutta la sua preoccupazione. “La situazione allarmante che vivono i dipendenti della DL Radiators impone un urgente tavolo di confronto con la proprietà inglese per individuare un piano industriale capace di garantire il lavoro del sito nel territorio cividalese e dare quindi prospettive future ai dipendenti. L’auspicio è che la Regione svolga il ruolo che le compete a difesa di lavoro e occupazione”.
“Il fatto che ci siano quasi 80 dipendenti a rischio su un totale di 290 unità, non può che destare forte preoccupazione non solo per le famiglie dei lavoratori ora direttamente coinvolti, ma anche per le prospettive future di questo importante insediamento. Al tavolo di confronto che i sindacati hanno chiesto, è importante – conclude Pozzo – che anche gli assessori Bini e Rosolen spingano per arrivare a un piano industriale che eviti una deriva drammatica”.