I 50 anni della Fondazione de Claricini Dornpacher.
Nell’Alto Medioevo il Friuli era tutt’altro che periferico. Affacciato sull’Adriatico e rivolto verso l’Europa era un punto di riferimento per i commerci e per gli scambi anche di carattere culturale. Un
patrimonio di racconti e di conoscenze valorizzato dalla Fondazione de Claricini Dornpacher che, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, dimostra di essere in grande crescita.
“L’amministrazione regionale continuerà a sostenere questa importante realtà e chi crede fortemente nel potere del bello e della cultura, della storia e dei suoi insegnamenti”, ha affermato l’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, che ha partecipato a Bottenicco di Moimacco alla presentazione del volume “I de Claricini Dornpacher in Friuli”, edito da Forum Editrice Universitaria Udinese, per celebrare i 50 anni della Fondazione.
Tra le pubblicazioni volute dalla Fondazione c’è anche quella dedicata a Dante e ai codici friulani della Commedia. Oltre a celebrare il Sommo Poeta, questo volume ricorda che Nicolò de Claricini Dornpacher trascrisse la Divina Commedia nel 1466. Il Codice Claricini, oggi custodito a Padova, è l’unico esemplato in Friuli – trascritto cioè dall’originale – e testimonia la notorietà di Dante anche in queste zone. Non si ha certezza che abbia soggiornato nel nostro territorio tra 1320 e il 1321, ma ad ogni modo si tratta – ha concluso Zilli – della più antica traccia di diffusione della Divina Commedia nel Patriarcato di Aquileia.