Il successo internazionale della scrittrice Orietta Bosch.
Orietta Bosch, infermiera in pensione di 62 anni di Mariano del Friuli, ha ricevuto una menzione d’onore dallo Switzerland Literary Prize per il suo libro “Viaggiando nell’ignoto – un’incredibile storia vera”. Il premio internazionale elvetico ha voluto infatti premiare il particolare valore artistico dell’opera, che adesso è presente anche al festival del libro di New York. La fatica editoriale della Bosch è stata tradotta in quattro lingue ed è stata acquistata anche dall’Eurobook.
“La mia vita è sempre stata dedicata agli altri, infatti facevo l’infermiera – spiega Orietta -, adesso continuo il mio lavoro, ma in un altro modo: tramite la scrittura”. La prosa della Bosch è semplice e diretta, nessun giro di parole, così ha conquistato tutti i lettori, giovani e meno giovani: “Non sono un’intellettuale, ma solo una persona che vuole scrivere per le persone, per il popolo” afferma la scrittrice.
Le opere.
Il primo libro della Bosch, “Viaggio nell’ignoto”, risale ad agosto 2019 e racconta la vita della scrittrice dopo la morte di suo figlio. “Non è solo scrivere la mia esperienza, ma nasce dalla volontà di comunicare un messaggio ben preciso: la vita non deve essere buttata via, bisogna avere il coraggio di vivere – racconta la Bosch – anche io ad un certo punto non volevo più andare avanti, ma ho sentito che non dovevo arrendermi”.
“Scusa, fa che non sia troppo tardi per chiedere scusa” è un lavoro editoriale del 2020, un giallo che lascia con il fiato sospeso. Si narra il rapporto di due amici, che nonostante tante battaglie riescono a far vincere il loro amore. Una storia che vuole sottolineare l’importanza del perdono e specialmente di non pentirsi mai di aver voluto bene a persone che poi si sono rivelate diverse.
Nel 2020 la scrittrice di Mariano pubblica un secondo libro, “Anna, una guerriera che ha fatto della sua disperazione la sua forza“. Le pagine dell’opera racchiudono la storia di sua suocera, ripercorrendo la storia del Friuli dal 1953 ad oggi. “È stata lei a chiedermi di scrivere il libro, perché voleva dire ai giovani di oggi di non arrendersi mai – continua la Bosch – neanche per delle esperienze molto sofferte, perché anzi fanno crescere, riflettere e cambiare”.
Ultimo di stampa di quest’anno è “Giulia in fuga da sé stessa. Cercandosi trovò la verità perduta“. La storia di una ragazza che pur vivendo una vita agiata, è infelice, si sente sola, senza amici e senza amore. “Il libro l’ho presentato pochi giorni fa a Noale e per i primi di ottobre sarà presente anche al festival del libro di Pisa” spiega la Bosch.
“Sono storie profonde, di un certo spessore, alle volte difficili da affrontare, ma il coraggio lo trovo perché a chiedermi di fare questo è stato mio figlio – afferma la Bosch – mi ha detto di non smettere a diffondere questi messaggi sull’importanza della vita, che non deve essere sprecata”. Il filo conduttore dei libri è proprio la volontà di aiutare il lettore a non lasciarsi abbattere dalla vita, per quanto difficile possa sembrare. Ed è anche questo il principio che sta accompagnando in questi giorni la Bosch nella stesura del nuovo libro: “In un vecchio baule ho trovato delle foto e una mappa dell’Istria e così ho deciso di raccogliere le storie degli esuli istriani – conclude la Bosch – avendo molti amici esuli, li sto intervistando, anche se è difficile, per dare vita ad una nuova storia”.