Investe una bici e scappa senza prestare soccorso a Marano: è caccia al pirata

Il ciclista investito e finito nel fosso a Marano Lagunare.

L’unica buona notizia dell’esecrabile vicenda è che è vivo e per fortuna se l’è cavata con ferite non gravi, ma a tutt’oggi non sa ancora a chi chiederne conto, perché il conducente del veicolo che ha tamponato la sua bicicletta, e lo ha fatto volare in un terreno ai lati della strada, non si è fermato a soccorrerlo e ha tirato diritto, dileguandosi.

L’investimento pirata si è verificato il 24 dicembre scorso, in pieno giorno, alle 16, nella frazione di Casale della Madonna, tra i comuni di Marano Lagunare e Carlino. Vittima un quarantaduenne, G.E.O., di nazionalità nigeriana ma in Italia da anni, dove si è anche laureato, all’Università di Trento, e residente a San Donà di Piave. Il malcapitato quel giorno era andato in treno in Friuli a trovare alcuni amici e connazionali per scambiarsi gli auguri e i regali di Natale e, con una mountain bike che gli avevano prestato, stava procedendo da Marano a San Giorgio di Nogaro per tornare in stazione e rientrare a San Donà. Mentre percorreva, regolarmente ai lati della carreggiata, la Strada Provinciale 3, poco prima dell’intersezione con Strada Colomba, la sua bicicletta è stata urtata violentemente da un mezzo che proveniva dalle sue spalle e che non ha avuto neppure il modo di scorgere: impossibile che il conducente non l’abbia visto, a quell’ora non era ancora buio e comunque il velocipede aveva entrambe le luci funzionanti e accese, sia quella anteriore sia quella posteriore.

In seguito al violento urto il ciclista è stato sbalzato nel terreno a boscaglia a bordo della carreggiata finendo all’interno della proprietà di un’abitazione ed è rimasto privo di sensi per qualche minuto. Quando fortunatamente si è ripreso, è riuscito a raggiungere il bordo della strada, si è sdraiato, dolorante e frastornato, accanto a un cespuglio, e alla prima macchina che ha visto passare ha alzato la mano per chiedere aiuto: la donna che la guidava si è fermata e ha chiamato i soccorsi. All’ospedale gli hanno riscontrato un colpo di frusta, un brutto trauma alla spalla destra e svariate botte e contusioni, soprattutto alla schiena, per una prognosi di due settimane.

Il quarantaduenne il 27 dicembre 2021 ha sporto formale denuncia querela presso la stazione dei carabinieri di San Donà di Piave, ma il pirata è rimasto sin qui senza nome. Per essere assistito, quindi, G.E.O., attraverso il responsabile della sede di San Donà, Riccardo Vizzi, si è affidato a Studio3A-Valore Spa che, per risarcirlo, ha subito avviato la procedura nei confronti del Fondo Vittime della Strada, che, com’è noto, interviene (o dovrebbe farlo) in caso di incidenti con coinvolti mezzi assicurati o non individuati, ma il cui iter è lungo e farraginoso.

L’auspicio è ovviamente quello che il responsabile possa essere individuato e perseguito e per questo lo Studio lancia anche un appello a eventuali testimoni che avessero qualche informazione utile e che possono riferirla o ai carabinieri di San Donà, che procedono, o a Studio3A attraverso il numero verde 800090210.