Cinque comitati locali e Legambiente Prealpi Carniche contro il progetto del nuovo impianto di Bioman a Maniago. Classificato come una centrale a biomasse, per i comitati si tratta di un vero e proprio inceneritore.
I comitati hanno ribadito l’importanza di una valutazione accurata degli impatti ambientali, specialmente considerando che l’area interessata è una zona tutelata che si troverebbe 3 inceneritori in un’area di soli 13 chilometri. E’ stato evidenziato inoltre che non è ancora chiaro quando verranno effettuati i rilevamenti e se avverranno prima, durante o dopo l’iter autorizzativo.
Pellegrino: “No all’inceneritore, a Maniago serve altro”.
Sulla vicenda è intervenuta anche la consigliera regionale di Avs, Serena Pellegrino. “È inaudito giocare a rimpiattino con la salute e i diritti dei cittadini attorno al nuovo progetto dell’impianto di Bioman, classificato nei documenti della Regione come una modifica dell’impianto di recupero di rifiuti urbani non pericolosi e rifiuti speciali non pericolosi con produzione di energia elettrica e biometano da fonti rinnovabili sito in Comune di Maniago (Pn) per realizzazione impianto di produzione calore con cogenerazione per teleriscaldamento urbano“.
“La discussione avvenuta l’altra sera in Commissione ambiente del Comune di Maniago – aggiunge la consigliera – è stata quanto meno esiziale. Il Centrodestra in questa vicenda ha fatto tutte le parti in commedia: come minoranza in consiglio comunale chiede di procedere con il ricorso al Tar contro la Regione, ovvero contro la propria giunta. Poi però ritratta, evidentemente la presenza del consigliere regionale Maurmair di Fratelli d’Italia è servita per rimettere tutti in riga e lasciare così a chi governa il Comune la decisione politica: ovvero se firmare o meno la convenzione che darebbe il via libera alla realizzazione del progetto che di sicuro è fortemente voluto dalla destra regionale”.
Poi Pellegrino, che è anche vicepresidente della IV Commissione consiliare, precisa: “Di fatto stiamo parlando di un inceneritore, concepito e progettato per 120 mila tonnellate di rifiuti, che sulla carta però dovrebbe funzionare solo al 25 per cento della sua potenzialità e trova supporto nella compensazione ambientale determinata dal futuro teleriscaldamento per il comune di Maniago. Si badi bene, quello stesso teleriscaldamento, già oggetto di un accordo di 5 anni fa con l’Amministrazione comunale e ad oggi mai attuato. Riguardava caserme, piscina, liceo, sfruttando il calore prodotto da 5 motori funzionanti a biogas e, cosa più importante, doveva servire a bilanciare l’aumento delle emissioni inquinanti prodotte dal raddoppio dell’impianto, ora autorizzato, denominato Bioman Sud”.
“Il no al progetto dell’impianto a biomasse da parte dei cittadini – continua l’esponente di Avs – è ben integrato da utili e coerenti proposte. E cioè, innanzitutto l’amministrazione comunale faccia marcia indietro sul progetto di teleriscaldamento ora collegato al progetto dell’impianto di combustione di rifiuti biomasse, ottenendo con ciò il decadere del percorso di Autorizzazione Integrata Ambientale che Bioman dovrebbe affrontare dopo aver evitato la ben più approfondita Valutazione di impatto ambientale”.
“Quindi niente inceneritore. Invece – precisa Pellegrino – si chieda che la società, forte dell’aumento di produzione di biogas e biometano fornito dai nuovi 4 biodigestori, aggiunti ai cinque già esistenti, realizzi, con la partecipazione del Comune e se necessario della Regione, un accordo per la fornitura di gas a prezzo agevolato da parte di Snam, alla quale Bioman già vende 10 milioni di m3 di gas della sua consistente produzione. I nove biodigestori, capaci di garantire una produzione di circa 40 milioni di metri cubi di biometano, ragionevolmente sufficienti ai bisogni di 70 mila famiglie, sono in grado di fornire gas a tutte le famiglie di Maniago, forse anche a quelle dei comuni vicini, con la comodità del metanodotto vicino, senza dover realizzare un apposito sistema per il teleriscaldamento, il tutto con adeguati margini di redditività per l’azienda”.
“Il sindaco di Maniago e i cittadini – conclude la consigliera – hanno bisogno di tutto l’appoggio possibile per scongiurare la realizzazione di un inceneritore, oltretutto potenzialmente in grado di diventare nel corso dei prossimi anni un ecomostro che divori di tutto e non solo sovvalli e frazioni organiche e
legnose: dunque non si tratta solo di tutelare persone, ambiente e aree protette del Maniaghese, perché un più vasto territorio, insieme a Spilimbergo e Fanna, costituisce una sorta di grande e malsano Triangolo pesantemente gravato dal cumularsi degli inquinamenti emessi da numerose industrie insalubri presenti e impianti che inceneriscono rifiuti“.