Al via la bonifica dell’amianto dall’alveo del fiume: era lì dagli anni ’70

La bonifica dell’amianto nell’alveo del Cellina.

È ufficialmente iniziata l’operazione di bonifica dell’amianto presente nell’alveo del torrente Cellina, tra Maniago e Montereale. Dopo decenni di attesa, sono stati avviati i lavori per rimuovere i cumuli di sassi e rifiuti contaminati da absesto industriale, depositati nel corso degli anni Settanta. Le operazioni sono in capo al Consorzio di bonifica Cellina Meduna, guidato dal presidente Valter Colussi.

L’allestimento del cantiere è quasi completato e le operazioni di rimozione effettiva del materiale pericoloso dovrebbero iniziare entro la fine del mese, anche se il cronoprogramma potrebbe subire ritardi a causa delle condizioni meteo.

La bonifica, dal costo complessivo di circa 850 mila euro, è finanziata dalla Regione Friuli Venezia Giulia. La messa in sicurezza del sito, che coinvolge un materiale cancerogeno come l’amianto, richiede procedure complesse e un monitoraggio continuo. L’Azienda sanitaria del Friuli occidentale supervisiona ogni fase del progetto, che ha richiesto numerose autorizzazioni ambientali, idrauliche e paesaggistiche.

I teloni di protezione che coprono le aree contaminate verranno rimossi, e i rifiuti misti – compresi sassi, terra e microfibre di amianto – saranno inertizzati prima di essere trasportati in discariche specializzate del Nord Europa. In Italia, infatti, non esistono più impianti in grado di gestire questi materiali misti. L’unico sito disponibile, situato a Porcia, a pochi chilometri da Maniago, accetta esclusivamente amianto puro.

Gli alti costi di trasporto quindi limitano la quantità di materiale che può essere rimosso; questo, unito alle complesse operazioni di messa in sicurezza, fa sì che i fondi stanziati siano sufficienti a ripulire solo una parte dell’area. La bonifica è stata sollecitata dall’amministrazione comunale di Maniago, preoccupata che le frequenti esondazioni del torrente potessero disperdere ulteriormente le fibre nocive, aggravando il rischio ambientale e sanitario.