Valcanale senza servizio religioso in sloveno: “Siamo pronti a rivolgerci al Papa”

L’appello per ripristinare il servizio religioso sloveno in Valcanale.

In Valcanale manca un servizio religioso nelle lingue locali, in particolare lo sloveno. A denunciarlo, chiedendo nel contempo soluzioni, è l’associazione don Mario Cernet di Ugovizza, che si occupa di mantenimento e sviluppo di lingua e tradizione slovene nella zona.

“A novembre 2019 l’incarico di parroco della Collaborazione pastorale di Tarvisio, con la cura delle parrocchie di Tarvisio, Camporosso, Fusine, Cave del Predil, Ugovizza e Malborghetto-Valbruna, è stato assunto da don Alan Iacoponi – ricorda il sodalizio, per bocca del consigliere Alessandro Oman -. Ha 43 anni ed è nato in Bolivia. Ad aiutarlo in pianta stabile nelle parrocchie della Valcanale, come vicario parrocchiale, ora c’è solo don Gabriel Cimpoesu, che ha 44 anni e viene dalla Romania. Nel presentarsi alla comunità, l’anno scorso don Iacoponi aveva mostrato grande apertura, promettendo che avrebbe imparato anche lo sloveno e il tedesco. Ma, con l’eccezione di Lussari, nell’ultimo anno nella vita religiosa di Ugovizza e Camporosso lo sloveno è stato presente soprattutto su iniziativa dei fedeli, che hanno contribuito con letture, quando non con qualche preghiera bilingue; a Valbruna col canto, ripreso l’anno scorso”.

Non c’è, dunque, continuità nella liturgia in sloveno e a pagare dazio sono ovviamente soprattutto i fedeli. “La situazione si protrae da novembre dell’anno scorso, quando ha concluso il proprio servizio padre Jan Cvetek. Fino ad allora il padre francescano, che ha 39 anni e proviene da Bohinj, aveva collaborato soprattutto nelle parrocchie di cui fino alla morte era stato titolare don Mario Gariup, ovvero a Malborghetto, con le filiali di Bagni di Lusnizza, Santa Caterina e Valbruna, e a Ugovizza – argomenta ancora l’associazione don Cernet -. Allo scadere dell’accordo tra l’arcidiocesi di Udine e la provincia francescana slovena i fedeli della Valcanale hanno preparato una lettera, con cui hanno chiesto ai responsabili di accogliere nuovamente Cvetek nell’arcidiocesi di Udine, indirizzandolo alle loro comunità”. Non soltanto: la lettera è stata sottoscritta da un migliaio di fedeli da tutte le località valcanalesi (in valle risiedono circa 5.000 abitanti”. Il documento è stato consegnato dai rappresentanti di varie parrocchie della Valcanale all’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzoccato, già a dicembre dell’anno scorso. “La risposta alla lettera, però, non è ancora arrivata” fa notare l’associazione presieduta da Anna Wedam.

L’Associazione don Mario Cernet ha concluso chiedendo alle autorità ecclesiastiche, ovvero all’arcivescovo di Udine, di garantire la presenza di un sacerdote che parli italiano, sloveno e le altre lingue della Valcanale. “Se la nostra richiesta non sarà ascoltata – conclude l’organizzazione -, i soci intendono rivolgersi allo stesso papa Francesco, che in questi anni ha mostrato sensibilità per tutte le problematiche legate agli ultimi, alle minoranze, alle comunità cristiane abbandonate e inascoltate”.