L’uomo aggredito da un lupo ibrido a Santa Caterina.
Paura e sconcerto in Valcanale. Nella notte tra l’8 e 9 dicembre, un giovane di Santa Caterina, frazione di Malborghetto-Valbruna, è stato aggredito sull’uscio di casa da quello che sembrerebbe un lupo ibrido. Il ragazzo se l’è cavata con pochi graffi, ma la vicenda ha fatto il giro del territorio e acceso la preoccupazione di molti.
Oggi, la Federazione del Fvg di Federcaccia ha presentato un esposto presso la Procura della Repubblica di Udine in relazione all’episodio dell’aggressione subita ad opera di un lupo o ibrido. Della notizia la Federazione era a conoscenza già da venerdì scorso, essendo stata informata da alcuni cittadini preoccupati per la loro incolumità. “Per la predisposizione della segnalazione era però necessario effettuare dei sopralluoghi ed acquisire documenti utili a corroborare le descrizione dei fatti e questo obiettivo è stato raggiunto” spiega Paolo Viezzi, presidente di Federcaccia Fvg.
“È nota a tutti da oltre un anno la presenza nel Tarvisiano di una coppia di predatori che hanno generato un branco composto attualmente da 9 esemplari – proseguono da Federcaccia -. Gli stessi sono stati ripetutamente ritratti nelle vicinanze delle abitazioni e delle vie di circolazione ingenerando nella comunità un forte senso di preoccupazione. Le varie amministrazioni pubbliche, da quella regionale alle locali, sono consapevoli del fenomeno e delle possibili conseguenze. Sarà dunque compito della magistratura valutare se nella gestione della specie oltre che del caso particolare siano stati compiuti tutti gli interventi utili a garantire la sicurezza pubblica, quella delle attività sociali ed imprenditoriali“.
Prosegue Viezzi specificando che “il mondo venatorio non ha alcun interesse né desiderio di abbattere dei lupi – specie che va assolutamente tutelata così come regolata –, ma ha il dovere di segnalare le problematiche alla tranquillità delle persone ed attività quando queste derivano da quella fauna selvatica che i cacciatori contribuiscono da anni a censire, studiare e controllare sotto il profilo gestionale. È il senso civico e quello della responsabilità collettiva a far sì che episodi di pericolosità non restino sottaciuti neanche quando riguardano specie protette. Quello sui rischi ed eventi pregiudizievoli collegati agli animali – conclude Federcaccia – è un silenzio colpevole che appartiene alle ideologie, dogma di una parte chiassosa e intollerante della società che va culturalmente combattuta”.
(Foto puramente indicativa)