Irene Baracchino e Maria Piuzzi, amiche da una vita, hanno spento 90 candeline a pochi giorni di distanza.
Fine settimana di grandi festeggiamenti quello appena trascorso al ristorante trattoria “Da Gardo”, a Tiveriacco di Majano. Protagoniste Irene Baracchino e Maria Piuzzi, due arzille anziane classe 1932, colonne portanti della loro San Tomaso di Majano, che hanno spento novanta candeline a pochi giorni di distanza.
Due vite intense, fatte di sacrifici, di lavoro ma soprattutto di resilienza. Irene, figlia di Gardo, pioniere dello storico locale nato nel 1927, dove domenica i festeggiamenti hanno preso il via nel tardo pomeriggio, tra un rinfresco con cibi caratteristici friulani tra cui frittatine e frico, musica, figli, nipoti e pronipoti, ma anche di figure istituzionali come il già sindaco di Majano, Adriano Piuzzi, storico amico di famiglia. Tra l’altro, il timone della cucina del ristorante è guidato da Luca, uno dei nipoti di Irene e figlio di Lorenzo Natolini, che tutt’ora ha in mano la gestione del ristorante.
Un locale che va alla grande, ristrutturato e rimesso a nuovo dopo il terremoto che nel ’76 l’aveva ridotto ad un cumulo di macerie. Erano gli anni ’50 quando Irene, sposata con un muratore, ai tempi viveva in Svizzera e costruiva carillon. Dieci anni dopo, assieme alla famiglia che si era già allargata, fa rientro in patria ed inizia a lavorare in cucina, la sua vera grande passione, nel ristorante del padre. Una grinta d’altri tempi, che le ha permesso di rimboccarsi le maniche dopo il terremoto e di non farsi abbattere, quando ha dovuto ricominciare tutto da zero. Nel ’79, Irene prende in mano le redini della trattoria, nella quale ha deliziato i palati di un vasto territorio fino a dieci anni fa. Diversi i premi riconosciuti alla donna, tra i quali “Cavaliere del lavoro” e, nel 2019, il premio generazionale per la prosecuzione dell’attività da ben 4 generazioni.
I festeggiamenti tuttavia “Da Gardo” hanno preso il via il venerdì precedente, dove Maria, amica storica e compagna ‘di classe’ di Irene, ha spento 90 candeline attorniata dal figlio Moreno, noto punto di riferimento nel modo dei bikers, da familiari, parenti, amici e vicini di casa. Per l’occasione, oltre ad un’ottantina di persone, anche Dino Peresello, personaggio particolarmente amato e stimato nella nostra regione, oltre a Pasqualino Petris con il figlio Manuel, professionisti della fisarmonica, strumento particolarmente amato da Maria.
Una donna che trasuda forza e tenacia, soprattutto quando è al volante della sua auto, con la quale si muove ancora in maniera totalmente indipendente. La spiccata solidarietà di Maria, che nasce da una famiglia di emigrati, la porta da sempre a preoccuparsi per gli ambulanti di origine straniera “Mia mamma si preoccupa sempre, quando bussa alla porta qualche straniero, di sapere come sta la famiglia di origine -racconta il figlio Moreno- solitamente non compra nulla, ma si appresta ad offrire loro una tazza di the, oppure un panino“. A soli 17 anni si aggiudicò la fascia di “Miss San Tomaso”, che la decretò la più bella del paese.
Un fine settimana all’insegna dell’allegria, della spensieratezza, ma anche della condivisione tra persone che, pur non avendo parentele, hanno un legame profondo. Oltre a condividere i festeggiamenti dei compleanni ed essere amiche da sempre infatti, Irene e Maria hanno in comune anche il fatto che sia i loro figli sia i nipoti si ritrovano ad avere all’incirca la stessa età, in un percorso di vita parallelo, costellato da sani principi che le hanno accompagnate fino a qui.