L’impresa di Katia Aere in handbike dal Mauria a Lignano.
Dal Passo della Mauria a Lignano Sabbiadoro. Un tragitto di 176 chilometri, un’impresa ancor più straordinaria se considerato che il percorso è stato compiuto a bordo di una handbike. La protagonista è Katia Aere, classe 1971, originaria di Spilimbergo e disabile.
“In volo per planare verso la vita: quella che ho scelto di vivere giorno dopo giorno, a modo mio, perché è così che mi sento viva”. Questo il messaggio lanciato da Katia prima di spiccare il volo verso un viaggio dai monti al mare, da dove sorge il fiume Tagliamento e fino a Lignano. Il leit motive è l’acqua, fonte di vita. Quella che, nonostante la fobia che aveva sin da bambina ha (ri)dato la vita a Katia.
Lei, da adolescente, coltiva una grande passione per l’atletica leggera, nel salto in alto e nella corsa a ostacoli, prima che un problema alle caviglie la costringa a smettere. Nel 2003 un’improvvisa malattia autoimmune ne mina il fisico e la obbliga a cure lunghe e complesse. Tra le terapie consigliate c’è anche l’idrokinesi, riabilitazione in acqua, di cui aveva paura sin da bambina. Katia impara a nuotare a 40 anni, diventa agonista e inizia a sbaragliare il campo, conquistando record su record e incamerando 28 titoli italiani in vasca, iniziando così a sognare le Paralimpiadi.
Il sogno si alimenta quando, nell’estate 2018, una cara amica l’accompagna a Maniago, le presenta Alex Zanardi e lo staff di Obiettivo3. L’emozione che le regala provare l’handbike la porta indietro di quasi 20 anni, la sensazione del vento che soffia in faccia la conquista subito e la convince ad affiancare agli allenamenti in piscina, anche quelli con l’handbike. L’acqua, da “nemica temuta”, diventa migliore amica, ridonandole speranza.
Alcuni amici hanno accompagnato Katia lungo il tragitto, fino alla “missione compiuta”, l’arrivo nel pomeriggio di ieri a Lignano. Il tutto, nel nome del concetto “se puoi pensarlo… puoi farlo”, come sottolinea Giuseppe Rossi, ideatore e organizzatore dell’evento, nonché marito di Katia.
Perché osare così tanto? “Perché in un momento come questo, tra incertezze e transizione, ma anche di tanta voglia di ripresa, penso sia importante – dice Katia – dare un segnale forte che la motivazione è il motore di tutto quello che facciamo e ci identifica nella nostra unicità come chiave per ripartire”. E perché questo percorso? “Come insegna la mia storia umana e sportiva, l’acqua è l’elemento che mi ha riportato alla vita. Il Tagliamento, fiume meraviglioso che rappresenta la mia friulanità, lo rappresenta pienamente e nasce proprio al Passo della Mauria. Scegliere di percorrere il tragitto che lo porta al mare credo sia un modo di racchiudere insieme tutti quegli elementi che nel corso degli ultimi anni hanno contribuito a rendermi chi sono oggi”.