L’opera sulla spiaggia di Lignano di Massimo Clemente.
Conosciuto ai più come “L’artista dei graffi sulla sabbia”, per la singolare vena artistica che lo porta ad esprimersi sugli arenili, il giorno di Pasquetta è riuscito addirittura ad attirare l’attenzione di tutta la regione con la sua suggestiva performance a Lignano.
Lui è Massimo Clemente, classe 1963, nato a Cividale del Friuli, dove tutt’ora vive con la moglie Gloria, i figli Matteo e Tommaso, rispettivamente di 18 e 27 anni, e i due bassotti dai quali non si separa mai, Isotta e Gastone. Un lavoro trentennale presso un’azienda, che termina in maniera repentina lasciando l’amaro in bocca. Tuttavia, è proprio in seguito a questo momento infelice che, cinque anni fa, prende forma questa sua particolare vena artistica.
“Un giorno sono passato a casa da mio padre, gli ho chiesto di poter prendere un rastrello dal suo giardino. Volevo andare a Lignano, in spiaggia, ad esternare ciò che sentivo, creando delle figure sulla sabbia. Non avevo assolutamente idea di cosa avrei ricreato, ma iniziai a rappresentare delle figure che, man mano, mi rendevo conto quanto fossero in linea con il mio stato d’animo”, racconta. Entra in una sorta di “trance” Massimo, quando inizia la sua creazione. Si isola mentalmente da tutto il resto, così da non aver alcun suono o distrazione che possa contaminare il risultato.
“Non ho mai progetti, sono totalmente in balia della mia vena artistica e soprattutto di quello che provo in quel momento”, spiega. Art designer di interni ed artista eclettico, due facce della stessa medaglia. “La cosa che più mi entusiasma nelle opere sulla sabbia, è che nel giro di pochi minuti, l’acqua, onda dopo onda, spazza via tutto. La natura riporta il tutto al suo equilibrio naturale. Per me questo conferisce ancora più importanza alle mie opere, che hanno una durata temporale brevissima, quindi visibili unicamente alle persone che hanno la possibilità di essere presenti in quel momento“, prosegue.
Il metodo di lavoro adottato dall’artista è sempre il medesimo: mentre inizia a “graffiare” la battigia, prosegue il progetto indietreggiando, passo dopo passo, un “graffio” dietro l’altro, finché non è terminato. Dopodiché, come nel caso di Lignano, sale le scale di Terrazza Mare, per poter vedere dall’alto l’opera conclusa.
“Mi ci sono volute due ore per concludere il lavoro di ieri. Creazione, ma anche una sorta di liberazione. Mi sento rinato quando ho terminato”, prosegue con voce pacata. “Qualche tempo fa ho anche avuto la possibilità di fare una mostra qui a Lignano con le mie opere materiche, fatte di colla, cemento, tele, pennelli“, conclude. Lignano sempre protagonista, quindi, delle sue opere più suggestive.