Bloccata a Tel Aviv tra le sirene della guerra, Giulia è tornata a casa

Giulia Botti è rientrata con un volo militare.

E’ rientrata da Tel Aviv con un volo militare, Giulia Botti, la 35enne di Lignano Sabbiadoro, rimasta bloccata in Israele dopo l’escalation di attacchi al Paese.

“Atterrare a Roma è stata una felicità, dopo giorni di sconforto” ha raccontato la giovane al sindaco Laura Giorgi, nella mattinata di oggi giovedì 12 ottobre. Appena rientrata a Lignano ha voluto incontrare subito il sindaco, per ringraziare chi assieme alla Regione si è attivata per organizzare il suo rientro. “Ho appreso dall’appello social postato da Giulia la sua difficoltà a rientrare in Italia – racconta il sindaco – l’ho contattata per farle capire che c’eravamo e che, assieme alla Regione, ci stavamo occupando di lei. Quanto accaduto nelle ultime quarantotto ore è la dimostrazione che lo Stato e le Istituzioni ci sono”.

“Ringrazio il Presidente, Massimiliano Fedriga, per aver messo a disposizione il suo staff – aggiunge il sindaco Giorgi – operazione che ha permesso un contatto costante e diretto con la Farnesina per organizzare il volo di rientro per Giulia. Un grazie particolare al Capo di gabinetto del Governatore, Isabella Toppazzini, con lei mi sono confrontata più volte nell’arco di quella che è stata una giornata davvero frenetica, durante la quale sapevamo che il tempo era la cosa più importante da tenere in considerazione. Ma è stata anche una giornata ricca di emozioni: abbiamo vissuto una storia a lieto fine. Aiutare una concittadina a rientrare da un Paese sotto assedio, è stata la cosa che più mi ha scaldato il cuore, da quando sono stata eletta sindaco”.

Un calore percepito anche da Giulia, dopo giorni di sconforto: “da due giorni la Farnesina non mi rispondeva – racconta la 35enne – poi mi hanno richiamato per dirmi che la Regione FVG li aveva contattati chiedendo di provvedere al mio rientro. Mi hanno detto di raggiungere l’aeroporto, ma non potevo muovermi. Ero nel bunker perché era suonato l’allarme e si sentivano ovunque gli scoppi dei missili. Nella serata di martedì sono riuscita ad arrivarci e nella notte sono partita“.

Giulia Botti era partita il 27 settembre alla volta di Tel Aviv dov’è rimasta dieci giorni ospite di un’amica sarda conosciuta a Lignano 13 anni fa e ora residente in Israele: “sarei dovuta rientrare proprio il 7 ottobre – racconta la giovane – quando è accaduto l’impensabile. Anche l’aeroporto nonostante fosse una zona sicura era stato parzialmente attaccato. Tutti i voli commerciali cancellati, l’unica che ancora organizzava dei voli era la linea israeliana che viaggia armata. Ho provato a prenotare con loro, ma dopo poche ore hanno iniziato a cancellare tutti i voli”.

I tre giorni vissuti in una Tel Aviv sotto assedio sono stati un accavallarsi di ansia e preoccupazione, “per mia fortuna non ho visto gente morire, però la sirena d’allarme è suonata otto volte e ho dovuto rifugiarmi nel bunker. Gli scoppi si percepivano ovattati ma fuori nelle strade si sentivano chiaramente e i telegiornali davano costanti notizie delle zone bombardate. È stata un’esperienza allucinante e ora che sono rientrata il pensiero è per gli amici che sono rimasti là“.