Spazio Museo di Arte Contemporanea, la denominazione scelta per il progetto che unisce Lignano e Bibione
Arte e turismo. E’ il binomio su cui hanno scommesso Lignano Sabbiadoro e San Michele al Tagliamento/Bibione, promuovendo un progetto di arte diffusa e candidandosi assieme come capitale dell’arte contemporanea 2026.
Il litorale dell’Alto Adriatico è pronto a diventare un museo senza confini che unisce due territori: una proposta complessiva di una cinquantina di opere e un calendario di eventi settimanali, da sviluppare per garantire un flusso continuo di attività culturali. Tutto sotto l’acronimo SMAC, Spazio Museo di Arte Contemporanea, la denominazione scelta per il progetto con il quale le due cittadine sono in lizza per diventare la prima capitale italiana dell’arte contemporanea, ideata dal Ministero della cultura – Direzione centrale creatività.
Lignano e Bibione puntano a diventare un grande museo
Si parte da una collezione d’arte da proseguire negli anni con l’ambizione di diventare un grande museo, dove natura e arte si fondono e lo spettatore diventa a sua volta parte di questo processo virtuoso, attraverso gli sguardi e gli scatti che potrà condividere nei social. Ma anche un’occasione per i giovani artisti di tutto il mondo, per trovare nuove ispirazioni, suggestionati dai tesori naturalistici di queste terre.
Il progetto che accompagna la candidatura di Lignano Sabbiadoro e San Michele al Tagliamento/Bibione a capitale dell’arte contemporanea, realizzato dall’architetto Massimiliano Tita dello Studio ABC Plus, si sviluppa sull’idea di un museo territorialmente diffuso tra i due Comuni, le cui opere liberamente visibili a ogni ora del giorno e della notte, si mescolano con le caratteristiche scenografiche del territorio, formando un unicum sulle rive del fiume Tagliamento.
Punti di interesse dalla particolare rilevanza storica e architettonica, luoghi conosciuti o luoghi dimenticati, capaci di raccontare il contesto in cui si trovano. E poi percorsi, ambientali e del benessere e un corollario di incontri dedicati all’arte contemporanea, con l’obiettivo di coinvolgere non solo gli appassionati del genere, ma un pubblico più ampio, interessato a tematiche culturali e sociali che si possono intersecare, offrendo un’interessante rilettura.
Perché una candidatura assieme?
“Per proporre la bellezza espressa da un’arte diversa, forse meno diretta di quella che siamo abituati a vedere al chiuso dei musei, ma altrettanto emozionante e offrire sotto una lente diversa, i nostri territori, comunque custodi di capolavori urbanistici”, spiega il sindaco di Lignano Sabbiadoro, Laura Giorgi. “Abbiamo, quindi, pensato alla similitudine dei nostri due Comuni, uniti da un fiume, appartenenti a due regioni diverse, eppure con affinità, una su tutte la vocazione turistiche. Due città con un passato condiviso, origini antiche simili e una fondazione tutto sommato recente”.
Due centri con uno sviluppo urbanistico particolare
“Lignano Sabbiadoro, la città inventata, con la sua bellezza urbanistica e la sua particolarità è nata da una impronta urbana priva della necessità di rapportarsi con un pre esistente, liberamente disegnata su un foglio bianco, dove l’unico rapporto considerato è stato quello tra il mare, la spiaggia e la sua pineta. E’ stato un vero e proprio processo di espansione turistica che ha definito l’attuale carattere del territorio, con la costruzione di infrastrutture turistiche, alberghi, stabilimenti balneari e ville residenziali, coinvolgendo nomi importanti dell’architettura e dell’urbanistica italiana, come Marcello D’Olivo, Luigi Piccinato, Gianni Avon o Aldo Bernardis“.
“Proporre tutto questo – conclude il sindaco di Lignano – può sicuramente rappresentare una grande opportunità e diventare un volano internazionale per l’immagine della Città, candidata a essere la prima capitale italiana dell’arte contemporanea”.
Negli stessi anni in cui si sviluppa Lignano, San Michele al Tagliamento cerca di risollevarsi dai danni della guerra da poco conclusa e cogliendo le potenzialità della sua connessione con il mare, nel 1956 avvia la costruzione della stazione balneare di Bibione.
La storia di Bibione
“Un vero e proprio progetto pilota – commenta il sindaco di San Michele al Tagliamento, Flavio Maurutto – un’urbanistica più vicina al concetto di territorio che a quello di città, per buona parte firmato dall’architetto veneziano Angelo Scattolin“.
Un territorio, quello di San Michele al Tagliamento, nel quale, nel corso dei decenni, hanno imparato a convivere due anime, quella dell’entroterra, dove affondano le radici culturali della località, e quella della costa, a vocazione più innovativa, turistica e imprenditoriale. A unirle, il paesaggio naturale e lo scorrere del fiume Tagliamento.
“Con il progetto SMAC possiamo esaltare e rafforzare la connessione tra spiaggia ed entroterra, rappresentata dalla condivisione di un meraviglioso panorama naturalistico che si sviluppa a mano a mano cambiando volto, ma tenendo sempre ben salda la propria identità”»” aggiunge Maurutto.
“Le iniziative artistiche del progetto potranno, infatti, svilupparsi su punti di interesse strategicamente individuati per accompagnare il pubblico in un percorso alla scoperta dei piccoli centri storici che caratterizzano le nostre frazioni e dei complessi architettonici più affascinanti come la Cartiera di Villanova, Villa Mocenigo Biaggini Ivancich, l’ex zuccherificio Eridania – esempio di archeologia industriale – circondati da un paesaggio prettamente rurale che, proseguendo verso Bibione, lascia via via spazio alla suggestiva laguna. Qui sorgono i tipici casoni ed è possibile entrare in contatto con il patrimonio ambientale rappresentato dall’oasi della Val Grande, fino ad arrivare poi alla spiaggia, dove si sviluppa lo skyline urbano ma dov’è ulteriormente possibile apprezzare il profilo naturalistico delle pinete, del giardino mediterraneo e dell’area protetta del Faro di Punta Tagliamento, sulla foce del fiume che, come ci piace sottolineare spesso, non separa, bensì unisce Bibione e Lignano diventando il luogo in cui le due località si danno idealmente la mano, proprio come accade nel progetto SMAC”.