I dati sull’occupazione in Fvg.
Cresce l’occupazione in Friuli Venezia Giulia, ma a preoccupare è il 2023. I dati sul lavoro nella nostra regione sono stati analizzati durante il convegno “Oltre il mercato: il sistema lavoro in Friuli Venezia Giulia” che si è tenuto a Trieste nel Palazzo della Regione.
Al centro del convegno l’andamento occupazionale in Friuli Venezia Giulia nel 2022. Dopo un 2021 in cui il mercato del lavoro è cresciuto notevolmente, complice l’aumento del Pil regionale (+7%), lo scorso anno il trend positivo non si è arrestato e, nonostante le difficoltà di reperimento della manodopera, le assunzioni hanno toccato la quota record di 266mila (+10.2% rispetto al 2021).
Le cessazioni nel complesso sono state circa 264mila (+14.9%), mentre le trasformazioni a tempo indeterminato sono state 19.722 (+54.4%). Il saldo comprensivo delle trasformazioni è pari a 21mila unità. Si tratta di un risultato importante, circa 2mila in meno rispetto però ad un 2021 in cui la crescita della domanda di lavoro e delle assunzioni aveva già fatto scattare in avanti lo stock di occupati, soprattutto ma non esclusivamente a termine.
Tre i principali trend osservati: l’aumento del lavoro stabile (a partire da fine 2021), delle assunzioni dirette a tempo indeterminato (+13.9%) e delle stabilizzazioni (+54.4%); dopo anni di forte crescita il rallentamento dell’occupazione femminile e il perdurare del fenomeno delle dimissioni volontarie, cresciute ulteriormente nel corso del 2022 (+14.9%), dopo un +54% rispetto al periodo pre-pandemico.
Rosolen: “Dati positivi, ma i segnali per il 2023 non ci lasciano tranquilli”.
“I dati sull’occupazione in Friuli Venezia Giulia nel 2022 sono decisamente positivi ma i segnali delle prime settimane del 2023 non ci lasciano tranquilli – ha affermato oggi l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen – . È importante continuare ad analizzare i mutamenti del mercato del lavoro riguardanti l’aumento delle disuguaglianze, la richiesta di determinate competenze e l’impatto dell’intelligenza artificiale che finirà per cambiare profondamente la Pubblica amministrazione e le nostre vite ma anche, come emerso studiando il fenomeno delle cosiddette grandi dimissioni volontarie, le aspirazioni e gli obiettivi delle singole persone e la perdita del potere d’acquisto delle nostre famiglie. Oltre a una transizione digitale e ambientale, stiamo vivendo una vera e propria transizione sociale”.
“Sono in evoluzione tutti i settori interessati al tema del lavoro. Partendo dai temi dell’istruzione e della formazione, che devono interfacciarsi con le reali necessità delle imprese, per arrivare fino al sistema dei servizi sociali – ha proseguito l’assessore – . In questo contesto siamo concentrati infatti sia nel mantenere la centralità dei Centri per l’impiego ma anche nell’azione di ampliamento delle collaborazioni con le Agenzie interinali e con tutti le altre realtà che, in modo diretto o indiretto, si occupano di queste tematiche sul territorio”.
“Le dimissioni volontarie – ha precisato Rosolen – non costituiscono una fuga dal lavoro, quanto l’aspirazione ad un miglioramento delle condizioni occupazionali, dal punto di vista dello stipendio, della carriera professionale e della possibilità di conciliare meglio il tempo dedicato alla famiglia e al tempo libero con il tempo dell’impegno lavorativo”.
“Nonostante il calo della popolazione giovanile – il numero di under 30 è oggi inferiore di oltre 33mila unità rispetto a 10 anni fa – tra i fattori particolarmente positivi – ha sottolineato l’assessore – troviamo anche l’occupazione fra i giovani. Soprattutto quella maschile ha segnato infatti un balzo in avanti anche nelle assunzioni a tempo indeterminato e nelle stabilizzazioni”.
Fedriga: “Il Fvg ha retto bene, ma il futuro rimane ancora incerto”.
“Nonostante le tante difficoltà che abbiamo dovuto affrontare, in questi cinque anni siamo intervenuti con politiche mirate per dare garanzie e stabilità al nostro sistema, strutturando settori fondamentali come il lavoro, la famiglia e l’istruzione in un unico contenitore – ha commentato il governatore Massimiliano Fedriga – . I risultati sulla crescita dell’economia e sull’occupazione ottenuti dal Friuli Venezia Giulia ci stanno dando ragione, ma il futuro purtroppo rimane ancora incerto. Per questo vogliamo continuare ad attrarre grandi investimenti internazionali per rafforzare ulteriormente la nostra regione nell’ambito delle democrazie occidentali e dell’Unione europea”.
“Attraverso misure efficaci abbiamo sostenuto le famiglie della nostra regione – ha ricordato Fedriga -. La denatalità sta però condizionando pesantemente il futuro dell’intero Paese. Anche a livello nazionale vanno messe in campo politiche a favore della natalità che possano invertire questa tendenza. In caso contrario è a rischio il sistema Italia”.
“Il Friuli Venezia Giulia ha retto meglio di altri alle crisi che si sono susseguite. È fondamentale che le politiche da adottare siano sempre più condivise per metterci nella condizione – ha concluso il governatore – di guardare al futuro con maggiore fiducia“.
Bini: “Al lavoro per garantire crescita e sviluppo del Fvg”.
“Nelle recenti avversità il Friuli Venezia Giulia si è dimostrato resistente e resiliente – ha commentato dall’assessore alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini – . Non possiamo però crogiolarci sulle ottime performance registrate nel 2022 e all’inizio di quest’anno su Pil, export e occupazione grazie alle iniziative volute fortemente da questa Amministrazione. Per questo lavoriamo per un piano di crescita industriale che veda ancora per diversi anni il Friuli Venezia Giulia protagonista, anche in questo scenario economico mondiale in costante evoluzione”.
“Questa regione ha tutte le carte in regola per migliorare ancora. Qui – ha sottolineato Bini – possiamo vantare un importante ecosistema produttivo, infrastrutture – a partire da quelle portuali – strategiche a livello internazionale, una rete logistica all’avanguardia e un sistema formativo altamente qualificato. Abbiamo inoltre a disposizione importanti risorse economiche grazie alla brillante contrattazione con lo Stato, al Pnrr e a bilanci gestiti in modo oculato”.
“Il momento che stiamo attraversando è certamente complicato. Queste risorse, in realtà mai sufficienti, vanno investite al meglio, con le competenze di chi – ha concluso l’assessore – ha già saputo ottenere risultati di grande rilievo”.