I dati sull’occupazione in Fvg.
Nel 2021 l’occupazione dipendente nel settore privato (esclusa l’agricoltura e il lavoro domestico) del Friuli Venezia Giulia aveva già recuperato e superato i livelli precedenti all’emergenza sanitaria. Il numero di lavoratori dipendenti che presentano almeno una giornata retribuita è stato infatti pari a oltre 360.000, quasi 6.900 in più rispetto al 2019 (+1,9%).
Il dato emerge da una rielaborazione del ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo su dati Inps. Nella fase più difficile della pandemia, tra aprile e maggio 2020, si era verificato un crollo del numero di lavoratori retribuiti dalle aziende private della regione (43.000 in meno, -14,7% in un solo mese); bisogna però tenere presente che gran parte di questi è rimasta occupata, pur percependo un trattamento di integrazione salariale (ad esempio la cassa integrazione guadagni ordinaria con causale Covid-19, che è stata largamente utilizzata). Nei mesi successivi si è registrato un progressivo recupero, che ha infine riportato l’occupazione oltre i livelli del 2019. In base ai dati diffusi dall’Istat, inoltre, anche nel 2022 è proseguita la tendenza positiva.
È aumentata soprattutto l’occupazione a tempo determinato
Il recupero osservato nel 2021 si è concentrato nelle province di Udine (+2,3% rispetto al 2019) e Pordenone (+2,5%). Sempre nel confronto 2019-2021 si rileva una crescita più sostenuta per l’occupazione a tempo determinato (+7,6%), rispetto a quello a tempo indeterminato (+1%); in calo il lavoro stagionale (-8,6%) e l’apprendistato (-4,8%). Si può ricordare che, quando erano state introdotte le restrizioni più severe alle attività produttive, l’occupazione a tempo indeterminato era stata tutelata dal cosiddetto “blocco dei licenziamenti”.
Per quanto concerne l’orario di lavoro, l’aumento ha riguardato esclusivamente i tempi pieni (+3%, pari a circa 7.400 unità in più), mentre il part time evidenzia una contrazione (500 occupati in meno, – 0,5%). È infine interessante notare che i lavoratori under 35 e soprattutto over 50 hanno registrato delle dinamiche positive, mentre sono diminuiti gli occupati dipendenti nella fascia 35-49 anni, anche per motivi connessi alle tendenze demografiche. I lavoratori ultracinquantenni, in particolare, sono raddoppiati in meno di quindici anni: da 57.344 nel 2008 (pari al 16,7% del totale) a quasi 120.000 nel 2021 (33,2%).
Le dinamiche settoriali
La crescita dell’occupazione è stata particolarmente intensa nell’edilizia, grazie ai notevoli incentivi esistenti (+13,1% rispetto al 2019, pari ad un incremento di 2.400 unità), e nelle attività di ricerca, selezione, fornitura di personale (circa 1.600 in più, +9,2%), che comprendono i dipendenti delle agenzie di somministrazione, impiegati soprattutto nel manifatturiero.
Altri settori che hanno mostrato un andamento positivo sono quello delle produzioni in metallo (+1.315 unità, pari a +14,3%) delle pulizie (attività di servizi per edifici e paesaggio, +11,8%, 1.600 unità in più), dell’istruzione (bisogna tenere presente che in questi dati sono compresi anche i supplenti delle scuole pubbliche, + 19,8%, pari a oltre 2.500 unità in più per rafforzare gli organici e fronteggiare l’emergenza pandemica). I comparti che al contrario hanno sofferto maggiormente sono stati il commercio (-1,3%) e soprattutto gli alberghi e i ristoranti (-7,3%), a lungo gravati dalle pesanti restrizioni introdotte per contrastare l’epidemia.
Le retribuzioni
La retribuzione media lorda annua (in termini di imponibile previdenziale) nel 2021 è stata pari a quasi 23.000 euro (22.829), che diventano 33.349 euro per gli occupati che hanno lavorato per l’intero anno e con un contratto a tempo pieno. La nostra regione è al quinto posto a livello nazionale e Trieste è settima tra le province (con 24.747 euro); in regione l’area isontina registra l’importo più basso (meno di 21.000 euro). Se si considerano esclusivamente gli occupati a tempo pieno che hanno lavorato con continuità (poco più della metà del totale), il Fvg presenta invece un valore al di sotto del dato nazionale (33.349 euro contro 34.876).
La media per le donne è inferiore di circa 9.500 euro rispetto agli uomini (17.448 euro contro 26.989). In base alle qualifiche utilizzate dall’Inps i dirigenti sfiorano in media i 135.000 euro annui, gli impiegati si fermano a 26.143 euro e gli operai a 18.384. Le retribuzioni crescono inoltre in maniera sensibile in base all’età (e dunque all’anzianità aziendale). In particolare, gli over 50 percepiscono in media quasi il doppio degli under 30 (26.842 euro contro 13.652).
Il comparto che presenta le retribuzioni più elevate è quello delle attività finanziarie e assicurative, con un imponibile di circa 46.500 euro, più del doppio di quanto si registra ad esempio nell’edilizia (22.029 euro). Nelle ultime posizioni si trovano le attività alberghiere e della ristorazione, fortemente caratterizzate dall’occupazione a termine e spesso con un orario a tempo parziale, che presentano una media inferiore a 10.000 euro all’anno.
La fonte dei dati
I dati illustrati provengono dall’archivio amministrativo Inps delle denunce retributive mensili e riguardano il settore privato non agricolo, ad esclusione del lavoro domestico (sono inclusi anche alcuni lavoratori del settore pubblico, nei casi in cui siano soggetti al contributo per la disoccupazione, ad esempio i supplenti della scuola).
Vengono considerati i lavoratori che hanno avuto almeno un versamento contributivo per lavoro dipendente nell’anno considerato, ad eccezione dunque dei periodi interamente coperti da cassa integrazione, malattia, ecc. La retribuzione media è calcolata come rapporto tra il monte retributivo dei lavoratori con almeno una giornata retribuita nell’anno e il loro numero. Per retribuzione si intende l’imponibile previdenziale, che comprende i contributi a carico del lavoratore.